Non solo i portuali di Trieste, ormai diventati simbolo di una battaglia grazie alla loro “schiena dritta”, altri hanno deciso di unirsi contro l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori, entrato in vigore dal 15 ottobre.
Sono ore del tutto roventi, quelle che precedono la data in cui il certificato verde diventerà un obbligo per tutti i lavoratori, introducendo, a detta degli scioperanti e dei critici, un pericoloso colpo al diritto al lavoro garantito dal primo articolo della Costituzione italiana.
Contro il Green pass infatti sciopereranno non solo i portuali di Trieste e i camalli di Genova, ma anche i docenti universitari. Già nelle scorse settimane c’era stato un appello firmato da diversi docenti, un centinaio circa, tra cui figurava anche lo “storico-influencer” Alessandro Barbero. Che si aggiungeva quindi ad altri intellettuali e accademici del calibro di Cacciari, Agamben o Freccero. Ora però l’elenco si è allungato in maniera significativa.
La forte protesta che ora tocca i docenti universitari
Ad oggi infatti risultano essere più di mille i docenti che si oppongono con forte al certificato verde. Con una voce molto chiara: “Facciamo in modo che tutti gli italiani comprendano la gravità dell’attacco compiuto contro i diritti fondamentali di tutti i cittadini”.
In sostanza, le discriminazioni generate dal decreto sul Green pass cominciano ad andare poco giù a sempre più persone, e anche i professori universitari hanno deciso di unirsi per scendere in piazza. Di certo, almeno loro non potranno essere sbeffeggiati perché tacciati di “ignoranza”. L’appello è stato firmato da oltre mille professori, che hanno aderito “convintamente” allo sciopero generale di domani 15 ottobre. Su cui campeggia un motto unico: “No all’imposizione del lasciapassare verde”.
Tra chi scenderà in piazza ci sarà forse lo storico Barbero
Anche in questo caso, tra gli aderenti ci sarà molto probabilmente lo storico Alessandro Barbero, professore all’Università di Torino, diventato popolarissimo tra i giovani “a sua insaputa”, a causa dei video delle sue lezioni che hanno cominciato a girare tra le piattaforme social e a essere visualizzati da una moltitudine di utenti.
Barbero infatti si è espresso pubblicamente e in un numerose occasioni contro il green pass nelle aule universitarie. Dopo la notizia dell’introduzione dello stesso in tutti i luoghi di lavori, il docente si è detto ancora più preoccupato, visti se non altro i ricorsi storici che hanno già offerto numerose lezioni alle popolazioni che decidono di essere controllati tramite una “tessera” o un metodo di riconoscimento, dei più vari.
Il pesante rischio dovuto all’introduzione del certificato verde
Oggi, complice anche la rovente accelerazione tecnologica, il certificato verde rischia di essere un nuovo strumento molto pericoloso, che lascia cioè spazio ad usi impropri che mettono senza dubbio molti in allarme, tanto tra la cittadinanza quanto tra alcuni intellettuali che hanno deciso di non piegarsi al conformismo del pensiero unico ma, al contrario, hanno scelto di fare valere il loro ruolo di custodi del pensiero critico.
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Tra gli altri nomi, figura anche quello di Francesco Benozzo, professore dell’università di Bologna che è stato addirittura allontanato dall’aula mentre faceva lezione, interrotto dal direttore di dipartimento.
La decisione dei professori che punta a fare aprire gli occhi
La decisione dei professori è quella di affiancare tutti gli altri lavoratori, ma soprattutto di mettere in guardia dal rischio introdotto da questa tessera, che di fatto non ha alcun valore scientifico ma risulta al contrario essere solamente un’imposizione di natura politica e decisa su basi assolutamente arbitrarie, da un governo che peraltro detiene una legittimazione popolare praticamente inesistente, per numerose ragioni.
Oltre ai lavoratori, i docenti universitari fanno sapere di voler affiancare anche allo stesso modo “gli studenti che si stanno impegnando in questa battaglia per i diritti di tutti gli italiani. Senza una serrata lotta politica e sindacale il Green pass non verrà ritirato. Lo sciopero generale è un primo passo nella giusta direzione“.
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“Nel difficile percorso per riportare il dibattito scientifico e politico nell’alveo che merita , non lasciamo soli gli scioperanti, facciamo in modo che tutti gli italiani comprendano la gravità dell’attacco compiuto contro i diritti fondamentali di tutti i cittadini”, concludono i docenti. “Ribadiamo che la lotta per la libertà di oggi, per una parte dei cittadini italiani, è la lotta per libertà di tutti di domani“