Non sempre il sacerdote della nostra chiesa corrisponde all’ideale che abbiamo in mente, spesso anzi questo può sembrare poco pratico, poco aggiornato, burbero ed incapace di comunicare con le nuove generazioni. Ciò non toglie che grazie a questi uomini riceviamo quei sacramenti salvifici che altrimenti non avremmo, e grazie a loro che conosciamo e ci avviciniamo al Signore, sempre grazie a loro impariamo a mettere in pratica il messaggio divino. Di fronte a questa realtà cosa importa delle nostre lamentele, che importa se questi potrebbero essere dei migliori comunicatori, l’unica cosa che davvero conta è che loro ci offrono la salvezza e che noi dovremmo innanzi tutto tributargli un grosso “Grazie”!
Di questo avviso è anche una fedele americana, Ruth Baker, che in una lettera aperta ai fedeli fa notare come anche i nostri sacerdoti hanno bisogno di un appoggio da parte nostra. Nello scritto in questione (tradotto e pubblicato sul sito d’informazione cristiana ‘Aleteia’) Ruth da 5 consigli che potrebbero migliorare il nostro rapporto con i sacerdoti, il primo dei quali è semplice eppure potente: offrire le nostre preghiere. Ecco l’interessante iniziativa proposta dalla donna:
“ ‘La mia sorellanza spirituale al college una volta ha offerto ai frati un bouquet spirituale, e loro l’hanno adorato e hanno pianto di gioia. Anziché offrire a qualcuno un po’ di fiori, offri un po’ di preghiere’. E allora, come dono speciale, potreste offrire anche voi al vostro sacerdote un bouquet spirituale, una raccolta di preghiere, rosari o Messe per le sue intenzioni”.
Il secondo consiglio è quello di cercare il bene anche quando è difficile trovarlo: ci saranno momenti nella vostra vita in cui non vi troverete in sintonia con il vostro sacerdote, d’altronde non è possibile amare e trovarsi d’accordo sempre con tutti. In questi casi ecco come potreste agire invece di distaccarvi: “Cercate di comprendere il vostro sacerdote e il motivo per cui Dio l’ha messo lì con voi. Quando ho cambiato parroco per la prima volta e le omelie non erano assolutamente ispiratrici come quelle del sacerdote precedente, mi sono accorta che questo nuovo parroco aveva una conoscenza incredibile delle Scritture e di tutto il contesto storico. E allora, anche se forse non era quello che pensavo di volere, ho imparato moltissimo da ciò che offriva, e Dio lo ha usato per aprirmi tutta la dinamica della Scrittura che avevo in qualche modo trascurato”.
Un altro buon metodo per rendere la Messa e le attività della chiesa più proficue per tutti è quello di imparare qualcosa in più sia sul nostro credo che sulla celebrazione in se, come possiamo fare? Secondo Ruth non c’è nulla di più semplice bisogna solamente avere maggiore disponibilità: “Ci sono molti modi per farlo. Libri, podcast, video e blog possono essere sempre un modo agevole per accedere a cosa sta accadendo durante la Messa e comprenderlo. Una maggiore comprensione della Messa porta a sperimentarla in modo più profondo, e permette al sacerdote di guidare una congregazione più docile, disposta ad ascoltare e a partecipare attivamente nel modo giusto. I ruoli e i rapporti corretti creano armonia”.
Se questo non bastasse a rendere migliore l’esperienza con il vostro sacerdote, probabilmente è perché sente che c’è un distacco tra se ed i credenti, per questo è fondamentale che il rapporto con la guida spirituale non si fermi ad un’ora a settimana ma si svolga anche al di fuori della chiesa: “Il ruolo del sacerdote merita il massimo rispetto visto agisce in persona Christi, ma senza valicare confini importanti possiamo anche essere calorosi e inclusivi con lui, condividendo gioie e dolori, umorismo e scherzi, assicurandoci di ricordare le date importanti della sua vita, come il compleanno e la data dell’ordinazione, e forse invitandolo a cena o qualcosa di simile”.
L’ultimo consiglio che offre Ruth è quello di ispirare il vostro parroco, potrebbe essere un esercizio utile, poiché se questo vedesse che i suoi fedeli sono non solo attenti ma ricettivi e pro attivi potrebbe migliorare la comunicazione con voi: “Anziché lamentarsi per il fatto di avere un parroco poco brillante o anelare a quel sacerdote straordinario dell’altra parrocchia che si conosce, compiamo ogni sforzo per impegnarci con quello che sta lì davanti a noi nella nostra parrocchia. Troviamo il tempo per andare in chiesa al di là della Messa domenicale. Andiamo all’adorazione, frequentiamo gli “extra” proposti dalla nostra parrocchia. L’adorazione e la confessione sono preziose. Sono il tipo di cose che mancano se poi non ci sono più. Non datele mai per scontate”.
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