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Discorsi del Papa

Non garantire l’istruzione a tutti significa negare la libertà

IL PAPA DICE NO ALL’EDUCAZIONE D’ÉLITE.

 

 

 

Nella società attuale, c’è un tarlo che quasi nessuno pensa a debellare.

Ci sono molte parti del mondo in cui l’istruzione non è garantita in egual modo ad uomini e donne o a persone appartenenti a ceti sociali differenti.

Non poter accedere agli studi per una discriminazione qualsiasi, perché vien meno la possibilità di pagare gli istituti che garantiscono una buona cultura, taglia fuori dalla società moltissimi.

Limita la possibilità di avere un lavoro e un futuro dignitoso, nonché quella di sfruttare al meglio le proprie capacità o di fare valere i propri diritti.

Il Papa ha inaugurato la Sede Vaticana di Scholas Occurrentes, si tratta di un movimento studentesco, nato in Argentina 20 anni fa, quando Papa Francesco era Arcivescovo di Buenos Aires. Si propone di diffondere una cultura dell’incontro e della pace, attraverso le varie discipline. Oggi è presente in 190 Paesi, con 446.133 istituti che accolgono religiosi e laici.

La cerimonia si è svolto alla presenza del Presidente mondiale di Scholas José María Del Corral e del suo Segretario Enrique Palmeyro e con la partecipazione del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli. Adesso si auspica una  “proficua collaborazione” con “progetti educativi”.

Erano molti i ragazzi in collegamento da ogni parte del mondo che, partecipando alla conferenza, testimoniavano la loro esperienza e Bergoglio ha sottolineato quanto sia importante “darsi la mano: abbracciare, non aggredire; riconoscere che nessuna persona è “no”, tutti sono “sì”.”;  spesso “selezioniamo male, creiamo gruppi chiusi, incapaci di pensare con un altro, incapaci di lavorare con l’altro.”.

E’ chiaro che la scuola non può e non deve essere d’elite e inoltre bisogna che sviluppi un metodo educativo che promuova l’andare verso l’altro in pace, con cuore aperto e disponibile, con l’intenzione di migliorarsi vicendevolmente.

Dice ancora il Papa: “Siamo in un mondo in cui domina la globalizzazione e la globalizzazione è buona, però il pericolo è di concepire la globalizzazione come una palla da biliardo, tutta uguale: una sfera dove tutto è equidistante dal centro, ma in cui si annullano le caratteristiche personali di un ragazzo o di una ragazza. Tutti sono uguali.”.

Fondamentale è che ognuno mantenga la propria indole, perché è dalla differenza che nasce la ricchezza e, nella condivisione della ricchezza di ognuno, una società migliore, aperta al dialogo e all’ascoltare il prossimo.

 

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