Per chi non lo sapesse Alessandro Serenelli è stato il brutale assassino di Santa Maria Goretti, le prove non gli lasciavano scampo e, durante il processo, il giudice lo condannò all’ergastolo (reclusione detentiva massima corrispondente a 30 anni di carcere).
I suoi primi anni di carcere furono colmi di rabbia, il peccato commesso non gli pesava sull’anima e nemmeno il tempo a disposizione per riflettere sulla propria vita e sui propri errori gli era servito a capire il grave errore commesso. Così, due anni dopo la sua condanna, venne a trovarlo un sacerdote, la sua reazione fu veemente, si alzò dalla branda schiumando rabbia dalla bocca ed inveendo brutalmente contro il parroco, questo gli rispose che stava sbagliando e che presto Maria sarebbe venuto a trovarlo per fargli capire i suoi torti, ma lui annebbiato dal male che gli covava dentro gridò: “Mai, non voglio vederti mai più!”.
Dio agisce per vie misteriose si sa e proprio quella lite accesa fu l’inizio della sua conversione: una notte Maria gli apparve in sogno, per quattro anni aveva accumulato rabbia ed i suoi pensieri erano malvagi, ma quella notte si è ritrovato in un giardino di gigli con Maria che con volto angelico gli sorrideva e porgeva gigli fino a che le sue braccia non furono piene, la serenità di quel momento lo cambiò profondamente. Da quel momento in poi, Serenelli accettò la sua condanna e cominciò ad espiare le sue colpe sotto la guida vigile ed amorevole di Maria.
Scontati i trentanni di pena, cercò e trovò aiuto nell’Ordine dei Minoriti Cappuccini delle Marche, dove ha vissuto una vita di preghiera e pentimento, riappacificato con se stesso e con Dio. Quella gioventù governata dal male gli aveva rovinato la vita, l’incontro con Santa Maria Goretti gli aveva aperto gli occhi su una realtà che non voleva accettare e che purtroppo ha capito molto tempo dopo, in seguito ad un atroce sofferenza interiore espiata in decenni. Per questo motivo, prima di morire si è voluto scusare con tutti quelli a cui aveva procurato del male, nel suo testamento, inoltre, ha deciso di riportare la sua vita ed il suo peccato perché fosse da monito a chi nel futuro si fa governare dal male, ecco l’Incipit:
“Sono vecchio di quasi ottant’anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia giovinezza infilai una strada falsa: la via del male, che mi condusse alla rovina. Vedevo, attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani seguiva quella via senza darsi pensiero ed io pure non me ne preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicine a me ma non ci badavo, accecato da una forza bruta, che mi spingeva per una strada cattiva. Consumai a vent’anni il delitto passionale, del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le su parole di rimprovero e di perdono”.
Un incontro violento e fatale da un lato, ma salvifico e provvidenziale per un uomo che avrebbe altrimenti continuato a vivere nel peccato. Conscio di questo Serenelli conclude il suo testamento con un monito rivolto a tutti, sopratutto ai giovani:
“Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione con i suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, l’unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita “.