Un duro monito contro eutanasia e aborto. Lo ha pronunciato sabato scorso papa Francesco al rientro dal viaggio a Marsiglia.
Francesco lancia un messaggio chiaro – e non è la prima volta – ai politici che invocano ragioni pseudo “umanitarie” per legalizzare l’eutanasia.
Nella città portuale che secondo la tradizione ha accolto Marta, Maria e Lazzaro, i tre fratelli di Betania amici di Gesù, Francesco ha tuonato soprattutto contro il «fanatismo dell’indifferenza» che abbandona i migranti al loro destino nel Mediterraneo.
Ma l’invito ad accogliere e integrare i migranti non è l’unico messaggio politico forte lanciato da Francesco nella due giorni marsigliese (22 e 23 settembre). Per tutta la giornata di sabato 23 settembre il presidente Macron ha affiancato il Papa assistendo anche alla messa allo Stadio Vélodrome, prima di accompagnarlo per la partenza verso Roma. All’inizio della giornata Francesco e Macron hanno avuto anche un faccia a faccia di circa mezz’ora presso il Palais du Pharo.
Guai a chi gioca con la vita
A bordo dell’aereo papale che faceva ritorno a Roma, un giornalista francese ha chiesto a Papa Francesco se avesse parlato di eutanasia nella sua conversazione privata con il presidente francese Emmanuel Macron e se, dopo aver espresso il suo disaccordo su questo tema, pensava di riuscire a fargli cambiare idea.
Il governo francese infatti si prepara ad approvare un disegno di legge sulle questioni del fine vita. La legge in gestazione potrebbe legalizzare il suicidio assistito e l’eutanasia nell’Esagono. La votazione, rinviata a causa della visita del papa, è stata spostata e dovrebbe tenersi dal 26 al 28 settembre.
Il Papa ha risposto di non aver affrontato la questione nell’incontro di sabato con Macron, ma di averla sollevata durante l’incontro avuto col presidente francese a ottobre 2022 in Vaticano. Allora, ricorda Francesco, «ho parlato chiaramente». «Gli ho detto il mio parere, chiaro: con la vita non si gioca, né all’inizio né alla fine, non si gioca. E non è il mio parere, è custodire la vita! Perché poi finirai con quella politica del non-dolore, di una eutanasia umanistica… ».
Quello scrittore che aveva la vista lunga
Una volta ancora Francesco ha menzionato il rischio concreto di realizzare lo scenario descritto dal sacerdote inglese Robert Hugh Benson (che ha definito «uno scrittore futurista») nel suo romanzo distopico Il padrone del mondo. Il racconto di Benson (del 1907!) è una lucida anticipazione di un mondo dove l’eutanasia è il vertice di un falso umanesimo proclamato da un messia politico (Julian Felsenburgh) che altri non è se non l’Anticristo.
L’eutanasia, nel mondo descritto da romanzo del chiaroveggente Benson, è una specie di contro-sacramento impartito da appositi “ministri” che provvedono a liquidare moribondi e essere “inutili”. Ben presto però da “diritto” l’eutanasia diventa coercitiva e imposta per legge a tutti i “soprannaturalisti” cristiani – ovvero ai cattolici – contrari all’ideologia proclamata dal “messia” umanitario, che si ammanta di una tolleranza solo formale (valida naturalmente soltanto con chi la pensa come lui, come da abitudine di tanti “tolleranti” di oggi).
Benson, ha detto Francesco, «fa vedere come le cose saranno alla fine», ovvero ai tempi del regno dell’Anticristo. E qual è il marchio del suo oscuro dominio? Lo spiega Francesco: «Si tolgono le differenze, tutte; e si tolgono i dolori, tutti; e l’eutanasia è una di queste cose: la morte dolce; e la selezione prima della nascita… ».
Contro la finta dolcezza dell’eutanasia e il falso progresso dell’aborto
Papa Bergoglio ha messo in guardia contro le «colonizzazioni ideologiche che rovinano la vita umana, che vanno contro la vita umana». Oggi ad esempio «si cancella la vita dei nonni» dimenticando che «la ricchezza umana passa attraverso il dialogo dei nipoti con i nonni. Si cancella, sono vecchi, non servono».
Giudizi analoghi Francesco li ha espressi anche nel discorso di sabato presso il Palais du Pharo. Lì Papa Bergoglio ha levato il suo grido di dolore, sempre affrontando il dramma dei migranti, per la trasformazione del «mare nostrum in mare mortuum».
In quel contesto il Papa ha sferzato anche la falsa compassione di chi vuole “scartare” gli anziani con l’eutanasia e i bimbi con l’aborto. «Chi presta ascolto al gemito degli anziani soli che, anziché esser valorizzati, vengono parcheggiati, con la prospettiva falsamente dignitosa di una morte dolce, in realtà più salata delle acque del mare? Chi pensa ai bambini non nati, rifiutati in nome di un falso diritto al progresso, che è invece regresso nei bisogni dell’individuo?».
La falsa compassione di chi vuole sbarazzarsi dei deboli
«Con la vita non si gioca», ha ribadito Francesco. «Questa volta non ne ho parlato con il Presidente, ma l’altra volta sì, quando è venuto, e ho detto il mio parere: con la vita non si gioca».
E questa intangibilità della vita umana, ha tenuto a puntualizzare il Papa, vale «sia per la legge di non lasciare che cresca il bambino nel seno della madre, sia per la legge dell’eutanasia nelle malattie o nella vecchiaia».
Difendere la dignità della vita umana non rientra in una sorta di rivendicazione confessionale, ha spiegato Francesco. «Non dico che questa sia una questione di fede, no, è una cosa umana, umana. Si tratta di una brutta forma di compassione».
I progressi della scienza che aiutano a alleviare il dolore sono una cosa, decidere chi abbia diritto di vivere o meno un’altra. «Oggi la scienza è arrivata a fare in modo che qualche malattia dolorosa sia meno dolorosa, e l’accompagna con tante medicine. Ma con la vita non si gioca. Con la vita non si gioca», ha ribadito con forza Francesco.
Eutanasia e aborto? Peccati contro il Creatore
Il Papa argentino ha confermato la sua intransigenza sulla questione del fine (e dell’inizio) vita. Dal canto suo l’Eliseo ha dichiarato che Macron a Marsiglia avrebbe detto al Papa che «un testo» è «in cantiere» ma «non ancora finalizzato». Con Francesco si sarebbe parlato di «calendario generale», senza «entrare nei dettagli». Ma al di là di queste puntualizzazioni imbarazzate, il disaccordo tra i due sembra totale.
In più occasioni durante il suo pontificato Francesco ha condannato l’eutanasia e l’aborto. Già il 15 novembre 2014, rivolgendosi ai medici cattolici, aveva definito l’abitudine di «giocare con la vita» come un «peccato contro Dio Creatore».
Più di recente, il 13 maggio 2023, Francesco è tornata a condannare l’eutanasia – legalizzata il giorno prima dal Parlamento del Portogallo – intervenendo durante un incontro coi rappresentanti dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche.
Parlando delle celebrazioni delle apparizioni di Fatima, Francesco ha detto: «Oggi sono molto triste, perché nel Paese in cui apparve la Vergine si promulga una legge per uccidere, un ulteriore passo nella lunga lista di Paesi con l’eutanasia».