Un fedele, ha posto una domanda importante al sacerdote, circa la sua condizione nel rispetto del sacramento dell’Eucarestia.
Una riflessione che è di utilità a tutti i credenti che desiderano ricevere la Comunione con riguardo del suo valore immenso.
Non può mancare nella nostra vita
Gesù, ogni giorno, ogni domenica, ci invita alla sua Mensa. Si fa corpo e sangue per ciascuno di noi, ci abbraccia e ci chiama a stare insieme a Lui, ad ascoltare la sua Parola, a cibarci di Lui. Noi, nel nostro cuore, sappiamo sempre quando abbiamo bisogno di Lui, ma molto spesso non ce ne accorgiamo.
Gesù stesso ci dice: “Senza di me non potete far nulla”. E questo è vero: Lui sa sempre cosa è giusto per noi, è sempre pronto ad ascoltarci, specialmente nei nostri momenti di difficoltà ed incertezza. E con lui c’è Maria che, come nostra mamma celeste, tende le sue mani verso di noi, certi che mai saremo soli.
Non sempre, però, ci accorgiamo di tutto questo. Pensiamo che il nostro essere peccatori ci allontani da Dio. Questo non è vero! È il demonio che, si insinua nelle nostre azioni quotidiane e dalla retta via ci allontana. E lo fa spesso.
Se non siamo confessati, non possiamo avvicinarci all’Eucarestia?
Quante volte ci allontaniamo da Gesù, non ci avviciniamo più a Lui, all’Eucarestia, ai Sacramenti, perché pensiamo che “Dio ci giudica per ciò che abbiamo fatto”. Nulla di più sbagliato. Il Signore ci apre le sue braccia e ci accoglie sempre.
E, proprio parlando del nostro accostarci alla Santa Eucarestia, un fedele ha posto una domanda ad un teologo: “La comunione è solo per chi si è confessato o è in grazia di Dio o anche per chi ha bisogno dell’incontro con Gesù?”.
Una domanda semplice, ma che siamo in molti a porci. Partecipare alla Messa ma non avvicinarsi all’Eucarestia solo perché non si è confessati. È giusto questo? Dalle pagine di Famiglia Cristiana, il teologo risponde: “[…] La nostra comunione con Cristo non è una semplice questione giuridica, ma di verità. «Non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli» – dice Papa Francesco”.
Il teologo: “Pentimento ed impegno nella conversione della vita”
L’esperto parte dal presupposto che la Confessione è quel sacramento che segna “il nostro sincero pentimento e che ci ottiene da Dio il perdono dei peccati gravi” – spiega. Ma ognuno di noi può ricadere, spesso, anche in peccati leggeri o veniali. E in quel caso, allora, cosa fare? “Per i peccati leggeri o veniali il pentimento e il serio impegno per evitarli sono sufficienti per accostarsi alla Comunione. Sia ben chiaro, non è la materialità della Confessione che permette la Comunione, ma il pentimento e l’impegno nella conversione della vita” – conclude il teologo.
La Confessione è un momento importante per la nostra vita spirituale, come lo è anche l’Eucarestia che è il cibo vitale (insieme alla parola di Dio e alla preghiera) della nostra fede. Il chiedere perdono a Dio per i nostri peccati non è qualcosa di così difficile. A trovarne giovamento sarà, non solo il nostro animo, che tornerà ad esser candido e pulito, ma anche la nostra stessa vita, perché, come il figliol prodigo, torniamo pentiti fra le braccia del Padre.
E Lui, mai farà mancare la sua protezione a chi, pentito, tornerà al suo cuore.