Il ministero della benedizione è connesso a un particolare esercizio del sacerdozio di Cristo, secondo il ruolo, specifico che compete a ciascuno in seno al popolo di Dio. Conviene pertanto che sia il vescovo a presiedere le celebrazioni che riguardano l’intera comunità diocesana e in quanto tali egli può riservarle a sé, pur non escludendo l’eventuale delega a un presbitero che le presieda in suo nome.
Il vescovo inoltre avrà cura di istruire il popolo di Dio sul genuino significato dei riti e delle preghiere di cui la Chiesa si avvale nell’impartire le benedizioni, per evitare che nelle sacre celebrazioni si insinuino elementi di superstizione o di vana credulità dannosi alla purezza della fede.
Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre:
Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra
Vi benedica Dio onnipotente,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
R. Amen.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica c’è scritto: “ogni battezzato è chiamato ad essere una benedizione e a benedire. Per questo anche i laici possono presiedere alcune benedizioni”.
La benedizione è un SACRAMENTALE. Cioè non è un sacramento, ma per mezzo di essa “gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita”.
Perché vi racconto questo? Perché noi genitori possiamo benedire i nostri figli! Anzi, siamo invitati a farlo! Non tutti lo sanno.
In un libretto che si chiama “PICCOLO BENEDIZIONALE”, e che contiene tutte le benedizioni che possono celebrare i laici, c’è scritto: “ A Gesù, come leggiamo nel Vangelo, venivano presentati i fanciulli, perché li benedicesse e imponesse loro le mani. Ora è vivo desiderio dei genitori cristiani che anche i loro figli vengano benedetti. Anzi, nelle tradizioni popolari è tenuta in grande considerazione la benedizione dei figli impartita dagli stessi genitori.”
Prima di dormire, possiamo tracciare sulla fronte dei nostri figli il SEGNO DI CROCE. Dicendo per esempio: “IL SIGNORE TI CONCEDA UNA NOTTE SERENA E UN RIPOSO TRANQUILLO… amen”.
Ma possiamo lasciarci guidare dal nostro cuore e trovare altre parole per trasmettere ai nostri bimbi la benedizione di Gesù.
E possiamo farlo non solo di sera, ma in altre occasioni: prima di portarli a scuola, prima di una gita, ecc.
E’ importante BENEDIRE I FIGLI!
La benedizione che riceviamo la domenica alla fine della messa dal sacerdote (e cioè da Gesù), possiamo e dobbiamo “passarla” ai nostri figli.
In un bellissimo libro, che si intitola “Medjugorje, il trionfo del cuore!”, c’è scritto: “Nello spirito della Bibbia, la benedizione si arricchisce mentre si trasmette, è una progressione, è un allargamento. Io do e ricevo il centuplo, è la dinamica del Regno. Colui che non benedice rischia di impoverire il dono di Dio in lui, di sprecarlo. (…) Maria chiede ai genitori di dare l’esempio, di essere portatori di pace, ma chiede loro anche di benedire i figli. E’ UN’ALTRA NECESSITA’ PER LA CRESCITA DEL BAMBINO, PERCHE’ LA SOLA TESTIMONIANZA NON TRASMETTE LA PROTEZIONE COME FA LA BENEDIZIONE. LA TESTIMONIANZA NON TRASMETTE NEMMENO L’ALLEANZA CONCLUSA DA DIO CON ABRAMO E CON MOSE’ SUL SINAI. La testimonianza esercita una buona influenza, un’attrazione. La benedizione esercita un’azione invisibile”.
Per cui, genitori NON ABBIATE PAURA! BENEDITE i vostri figli!
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