Il “Mail On Sunday” lancia una notizia bomba e riportata da tutti i media britannici, la storia di una donna alla soglia dei 60 anni che vorrebbe mettere al mondo il nipote. presentata così la cosa sembrerebbe un rompicapo, ma con le nuove tecnologie qualsiasi pazzia è realizzabile e che ormai non ci si ferma davanti a nulla.
Diventare mamma e nonna allo stesso tempo non è più un’utopia e lo testimonia il corriere della sera in suo editoriale :“Corriere della Sera online” della «controversa battaglia che sta combattendo una donna inglese di 59 anni, su cui con ogni probabilità si ritroverà a decidere l’Alta Corte. La donna chiede infatti di essere sottoposta a una procedura di fecondazione assistita utilizzando gli ovuli della figlia morta ventenne 4 anni fa, congelati dalla ragazza nella speranza di guarire dal cancro all’intestino che l’aveva colpita e di poter un giorno avere un bambino».
La nonna aspirante mamma deve trovare prima un donatore del seme e poi il supporto di una struttura che possa garantirgli l’assistenza adeguata e in Inghilterra non c’è nessuna clinica disposta ad accogliere la donna sia per impedimenti di carattere burocratico e anche dal punto di vista biologico a causa dell’età avanzata della donna. così scrive il “Mail On Sunday”, «nessuna clinica britannica ha accettato la richiesta della donna che insieme al marito, 58 anni, vorrebbe emigrare negli Stati Uniti dove una clinica di New York potrebbe effettuare l’intervento. Prezzo stimato: circa 60 mila sterline».
La storia nasce da un preciso desiderio della figlia della signora che prima di morire ha lasciato i suoi ovuli per la fecondazione assistita, la donna insieme al marito vorrebbero esportare gli ovuli negli Stati Uniti dove si trova la clinica pronta ad ospitarla. laHuman Fertility and Embryology Authority (Hfea) inglese pur garantendo una piena solidarietà alla donna non permette l’espatrio, perchè manca un documento scritto che attesti le reali volontà della figlia morta. Ma la donna britannica è intenzionata ad agire per vie legali ricorrendo alla Corte Amministrativa.
Questa vicenda dai risvolti paradossali alcuni anni fa sarebbe stata vera e pura fantascienza ma oggi grazie al relativismo etico imperante ci fa capire il declino dei valori morali imperante nella nostra società. Ci sono dei limiti secondo noi oltre i quali per ovvie ragioni non si dovrebbe andare infrangere qualsiasi regola morale in nome di una assoluta libertà che ci consente anche di sovvertire le leggi della natura stessa, è il caso della nonna mamma ne è l’emblema.