Quante volte, mentre preghiamo, veniamo distratti da qualcosa che c’è intorno a noi o da altri pensieri. Che cosa accade?
Un fedele chiede ad un sacerdote quale sia il giusto comportamento da assumere, anche nei confronti di Dio, quando “ci si distrae” durante la preghiera.
Non possiamo negarlo: è capitato almeno una volta a ognuno di noi, ovvero quello di trovarsi in un momento di preghiera e venir distratti da qualcosa che sta succedendo, o da altro. Che fare? La preghiera può non esser più gradita a Dio? Un fedele pone la sua domanda a Padre Angelo: “Quando si prega e per sbaglio si pensa ad altro, la preghiera si può considerare nulla?”.
La risposta del sacerdote è, come sempre, puntuale: “La risposta è diversa a seconda degli effetti della preghiera, che sono molteplici. Scrive in proposito San Tommaso: “Il primo effetto è comune a tutti gli atti informati dalla carità, e consiste nella capacità di meritare. Il secondo effetto della preghiera, e peculiare di essa, è l’impetrazione. Il terzo effetto della preghiera è quello che essa compie durante il suo svolgimento, e cioè un certo spirituale nutrimento dell’anima”.
Ebbene, circa l’effetto meritorio San Tommaso dice: “Per conseguire questo effetto non si richiede che l’attenzione accompagni assolutamente la preghiera in tutta la sua durata. Come avviene in tutte le altre azioni meritorie, è sufficiente la virtualità della prima intenzione con la quale uno inizia la preghiera”.
Quali possono essere gli effetti di una preghiera? “Circa l’effetto dell’ottenere qualche grazia mediante l’impetrazione San Tommaso dice: “E anche per questo basta l’intenzione iniziale, di cui Dio soprattutto tien conto. Ma se l’intenzione iniziale manca, la preghiera non è capace né di meritare, né di impetrare: infatti Dio non ascolta quella preghiera alla quale chi prega non presta attenzione”.
Circa invece il nutrimento dell’anima è necessaria l’attenzione perché se manca è come se non si ricevesse niente nel proprio interno, Per questo san Tommaso dice che “per questo effetto nella preghiera si richiede necessariamente l’attenzione” – continua il sacerdote.
Ma su tutti, vi sono degli effetti benefici: “In ogni caso vi sono sempre dei benefici che si ottengono quando si prega. Scrive il Catechismo Romano: “Con essa noi otteniamo splendidi doni celesti: il dono dello Spirito Santo che ci guida, ci illumina e ci assiste; la conservazione della fede e l’incolumità; l’immunità dalle pene, la difesa nelle tentazioni e la vittoria sul demonio.
Le più belle gioie della vita spirituale inoltre sono, secondo la parola di Gesù, frutto della preghiera: ‘Chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena’. In questo senso veniva intesa l’affermazione di san Paolo “pietas ad omnia utilis est”, “la preghiera è utile a tutto” – conclude.
Fonte: amicidomenicani
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ROSALIA GIGLIANO
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