Nostra Signora di Finibus Terrae: San Pietro sbarcò dall’Oriente per Roma

Il ritrovamento di un’icona della Madonna Annunziata nel sottosuolo diede origine al Santuario di Nostra Signora di Finibus Terrae a Santa Maria di Leuca. 

L’icona della Madonna Annunziata attualmente presente nel Santuario di Santa Maria di Leuca, a Lecce – foto web source

Il tempio, secondo quanto tramandato storicamente, pare che sia stato esorcizzato da San Pietro in persona. L’apostolo Pietro infatti, proveniente dall’Oriente e in viaggio verso Roma, pare che sbarcò in quella regione nell’anno 43 dopo Cristo. Da lì iniziò la sua opera di evangelizzazione delle terre del Salento.

Il ricordo dello sbarco di San Pietro

A ricordo di questo evento, oltre ai diversi toponimi presenti nella zona, sul piazzale antistante il santuario è ancora presente la croce pietrina. Dopo la conversione della popolazione locale al cristianesimo avvenne il cambiamento del culto praticato nel tempio.

In origine si trattava di un tempio pagano dedicato a Minerva, come testimonia il ritrovamento di un’ara all’interno della chiesa. Questo era posto in posizione di Finibus Terrae, vale a dire nel punto in cui i romani pensavano che si trovasse la fine delle terre riservate ai cittadini e dove cominciassero invece quelle dedicate ai provinciali.

Il Santuario di Santa Maria di Leuca, a Lecce – foto web source

De finibus terrae, ovvero i confini del mondo

“De finibus terrae” sta infatti per “confini del mondo”, ovvero l’estremo limite dei “Cives”, i cittadini romani. Dopo del quale cominciava la terra dei “Provinciales”, i coloni. Si pensa inoltre che l’icona sia stata probabilmente dipinta dall’evangelista San Luca, che era anche medico e pittore. Si trattò infatti dell’esaudimento della richiesta fatta dagli abitanti della stessa cittadina di Leuca. Questi infatti si rivolsero all’apostolo Luca in persona, che a quel tempo risiedeva a Malta.

Il tempio che fin dall’origine fu dedicato alla Madre di Dio risale circa alla metà del quinto secolo. Questo però venne distrutto per almeno cinque volte dai saraceni e turchi, principalmente a causa della sua posizione geografica. Nei primi decenni del diciottesimo secolo, invece, ci fu l’edificazione dell’attuale celebre santuario, che sorge sulla punta estrema del Capo di Leuca, chiamata dai greci “Leucos”, terra illustre e rischiarata dal sole.

Il miracolo della Vergine ai pescatori in tempesta

La chiesa divenne sede vescovile nel 59 d.C., e venne completamente rasa al suolo dopo l’editto di Diocleziano e Galerio. In quella occasione venne perso anche il quadro della Vergine. Papa Giulio I però due secoli dopo, il 1 agosto 343, consacrò la nuova chiesa e la dedicò a Santa Maria dell’Angelo, come ancora oggi riportato sulla lapide.

Nella notte nel 13 aprile 365 una violenta tempesta colpì la zona. I pescatori si preoccuparono subito molto per le loro imbarcazioni, e invocarono la Madonna chiedendo la sua intercessione. L’evento atmosferico turbolento si fermò all’istante, e questo portò a un aumento significativo negli anni a venire del culto nei confronti della Vergine Maria.

Il piazzale antistante Santuario di Santa Maria di Leuca, a Lecce – foto web source

Dopo ogni distruzione la chiesa venne sempre ricostruita nello stesso luogo e sulle mura  perimetrali originarie. Questo avvenne ad esempio nel 1507, nel 1537, nel 1550, nel 1624, e in quest’ultima occasione il quadro della Vergine presente nella Basilica si salvò dalle fiamme in maniera miracolosa.

Giovanni Bernardi

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