Non si può non parlarne. No. Ha fatto troppo discutere, in modi buoni e cattivi, ma soprattutto si è finito per usare questa farsa Bonino/don Marchiori per tirarsi addosso da parte e parte ogni sorta di urla, insulti, disprezzo, demagogie e falsità.
Il fatto
La Bonino viene invitata, il 26 luglio scorso, in una chiesa di un paesino perduto nel biellese, da un parroco modernista/avanguardista a parlare di immigrazione. La chiesa che la ospita, che già è di un’insulsa architettura moderna e molto squallida, è trasformata in una sala conferenze. Il tabernacolo è incappucciato e l’altare, spoglio e di legno, è offerto come pulpito del conferenziere più importante, la Bonino, appunto. Fuori un gruppo di contestatori pro-vita recitano in ginocchio il rosario. La battaglia, perché di questo si tratta – e non dimentichiamo che la Bonino ha sempre voluto lanciare vere e proprie accanite battaglie, anche se ora le fa non urlando ma ingannando ben più di prima i suoi ascoltatori -, si è svolta, ingannevolmente su due fronti diversi. Da una parte la Bonino, che senza dirlo, si è fatta forte delle insistenti parole del Papa, ha trattato la questione dell’immigrazione e della necessità di accogliere almeno 50 milioni di immigrati in Europa nei prossimi vent’anni. Dall’altra, vari rappresentanti di gruppi cattolici pro-vita e pieni di fervore nel difendere la sacralità della chiesa e della vita. La prima, con una serie di falsità che dava per scontato, partendo dall’emigrazione italiana del dopoguerra, giustificava l’arrivo indiscriminato di stranieri, come da anni ormai sta avvenendo, senza spiegare nulla, facendo appiglio solo sul buonismo commosso dei suoi ascoltatori, subendo applausi e sentendosi soddisfatta della buona propaganda fatta. I cattolici impegnati nella difesa della vita, anti-abortisti, anti-eutanasia e anti-droga libera, non essendo stati graditi al parroco, hanno cercato di entrare alla conferenza e vedendosi alle strette hanno urlato, interrompendo la Bonino e ponendole la questione dell’aborto e degli aborti che lei ha operato. E qui – è opinione dello scrivente – è cascato l’asino, perché, hanno dato occasione alla Bonino, non di dire mi pento per ciò che ho fatto, ma di riaffermare il diritto privato e personale, come cosa buona e giusta, di fare qualsiasi scelta fino ad accusare chi dice “io non lo farei mai” di invadere la libertà altrui se cerca di convincere un’altra persona a non abortire. Uno scroscio di applausi e la questione si è chiusa 1 a 0 a favore della Bonino, senza neppure lasciar spazio al dubbio nella mente dei presenti entusiasti applauditori.
Il parroco
Don Marchiori non è stato invece tirato in causa da nessuno – se non per pochi casi che non hanno sollevato polvere né fatto rumore. In fondo, in tutto questo, è lui che è venuto meno a ciò che implicherebbe il suo ministero. Ha parlato di confronto, di dialogo, di accoglienza e ha elogiato Emma Bonino, la sua vita e il suo curriculum in maniera davvero esagerata. Alcuni si sono persino chiesti: “non sarà che, visto che tanti parroci di campagna stanno diventando vescovi, lui abbia mire nascoste?”. Ha concesso la chiesa, luogo sacro che ospita Gesù Eucaristia, per parlare di una questione politico-economica e alla fine anche di aborto… e non mi dica che non se l’aspettava! Nessun contraddittorio è stato invitato, anzi quelli presenti sono stati allontanati, o meglio, sono stati fatti uscire dalla chiesa. Ma non si trattava di dialogo?
Il Vangelo
Non è di troppo ricordare in queste pagine che Gesù – ma gli esempi nel Antico Testamento sono moltissimi – quando “accoglieva” un peccatore, mai lo accoglieva senza che ci fosse in lui un pentimento autentico, un riconoscimento reale e profondo che Lui, il Messia, Gesù era il Dio in terra, Colui che valeva qualsiasi cosa seguire. Matteo, Zaccheo e altri, lo hanno seguito senza mai più fare ciò che facevano prima e anzi, riparando o cercando di riparare il male fatto.
Non solo, ma nell’Antico Testamento è detto ben chiaro che i pagani non potevano entrare nel Tempio e Gesù ha scacciato con forte determinazione i mercanti del Tempio, ossia quelli che vendevano cose che erano contro Dio e contro il culto di Dio. Accogliere atei, miscredenti – il parroco ha detto diversamente credenti!!! – peccatori che riaffermano il valore e la bontà del proprio peccato contro Dio, e che vengono per di più a predicare e a vendere una merce che va contro Dio, non è forse dare spazio a mercanti nel Tempio come Dio non vuole?
Dioincidenza?
Curiosamente questo monologo, e non dialogo, sull’immigrazione e le bellezze di “importare” tanti poveri da mondi distanti e per lo più di cultura islamica, portato avanti nel luogo sbagliato e nel modo meno opportuno, si è svolto lo stesso giorno in cui ricorreva l’anniversario dello sgozzamento di padre Hamel in Francia. Lui che predicava l’accoglienza, che più volte era stato minacciato, che viveva in un quartiere dov’è impossibile parlare di integrazione, è stato crudelmente ammazzato a sangue freddo mentre celebrava la messa.
Sandra Fei