Un Natale in sordina a Notre Dame, nel rispetto delle regole per contenere al pandemia, ma anche nel ricordo del disastro che, il 15 aprile dello scorso anno, la distrusse.
Il Concerto di Natale davanti ad una Notre Dame vuota. Questo è ciò che l’Arcivescovo di Parigi ha stabilito. Una Cattedrale che, però, rallenta nella sua ricostruzione.
Davanti ad un ricordo che, ancora, lascia il segno e l’amaro in bocca, Parigi si appresta a vivere un Natale diverso da quello degli anni scorsi. Un Natale in sordina, in particolare per quello che riguarda concerti ed eventi, anche di carattere religioso, che si terranno nella Cattedrale di Notre Dame.
Davanti a un cantiere della ricostruzione che, piano piano (anche se un po’ a rilento), va avanti, il Natale di Notre Dame sarà diverso dal solito. Una Cattedrale vuota per un concerto in solitaria. L’Arcivescovo di Parigi che, come tutti gli anni, anche quest’anno “il concerto di Natale ci sarà, ma in una inedita veste”. La Cattedrale sarà vuota.
Il giorno della Vigilia di Natale, infatti, il coro canterà senza pubblico. I coristi saranno accompagnati da un piccolo organo che sarà portato in Basilica per l’occasione, causa il restauro del grande organo della Cattedrale, che ha subito gravi danni, proprio durante l’incendio dello scorso 15 aprile 2019.
La ricostruzione della Cattedrale: alacre, minuziosa che porterà anche alcuni cambiamenti al suo interno: “Al di là del tesoro del patrimonio che rappresenta, la cattedrale di Notre Dame è la manifestazione di ciò che gli uomini possono ottenere quando, spinti dal loro desiderio di unire ciò che li trascende, uniscono le loro forze e la loro intelligenza per svolgere il lavoro comune” – spiega l’Arcivescovo della città di Parigi.
Portare anche la storia della Francia all’interno della Cattedrale: “La cattedrale ha mantenuto e manterrà costante quella che è stata la sua ragione di essere per otto secoli: la celebrazione del mistero cristiano. Il progetto che stiamo costruendo per Notre Dame deve continuare questa storia e rendere intellegibile, per il nostro segolo, la fede che ci ha portato alla costruzione di questo capolavoro” – continua l’Arcivescovo.
Molti avevano pensato e sostenuto che la Cattedrale, dopo l’incendio, non sarebbe più dovuta tornare ad essere un luogo sacro, ma semplicemente un Museo. Ma l’Arcivescovo Aupetit ha parlato “di alcune possibili innovazioni ai sacerdoti della sua diocesi, e queste comprendevo la possibilità di integrare l’arte contemporanea nella cattedrale”.
Ma l’opposizione delle autorità statali francesi è stata chiara: “E’ inammissibile l’idea di nuove vetrate. Lo Stato è responsabile di tutte le decorazioni interne, in primis le vetrate” – ha risposto il Ministro della Cultura, Bachelot.
Davanti a una Cattedrale che, piano piano, sta rinascendo, si guarda al Natale con occhio e spirito diverso.
ROSALIA GIGLIANO
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