Il calendario della forma Straordinaria del Rito Romano indica una devozione per ogni mese dell’anno. Il mese di Novembre è dedicato alle anime del Purgatorio.
Nella settimana tra il 1° e l’8 si possono ottenere indulgenze plenarie per i nostri cari, con la visita al cimitero e una preghiera a loro dedicata, previa confessione ed Eucarestia, nonché una preghiera, secondo le intenzioni del Santo Padre (Pater, Ave, Gloria).
Durante tutto il mese, si moltiplicano le occasioni e i precetti per ricordare i nostri cari defunti, che si Commemorano in maniera particolare il giorno 2. Facciamoci aiutare da Don Tonino Bello per comprendere il senso della perdita di una persona cara e per coltivare la speranza di rivederla. Dopo la sua morte, tra gli appunti dell’umile Vescovo, i familiari trovarono un’omelia particolare per i defunti, che voleva portare conforto a coloro che avevano perso qualcuno.
Commemorazione dei defunti: le parole di don Tonino Bello
Don Tonino Bello aveva scritto: “Per Gesù la morte non è che un sonno. Un sonno più profondo del sonno comune e giornaliero. Così profondo che soltanto un amore sovrumano lo rompe. Amore dei superstiti più che del dormiente”.
In realtà, quelle parole erano dirette ad amici e parenti di un ragazzo appena deceduto, nel tentativo di consolare coloro che non si davano pace per quella morte.
“C’è un passo del libro della Sapienza che in questo momento vorrei ricordare a quanti, amici e coetanei del povero Raffaele, si stringono intorno alla sua inerte persone avvolta nel gelo della morte. “Fu rapito perché la malizia non alterasse il suo spirito, e la seduzione non ingannasse l’anima sua”.
Cari giovani, accogliete il monito supremo che parte dalla bara di questo vostro amico, che ha conosciuto la notte prima della sera, e trasformate la vostra vita in un impegno costante di lavoro, di obbedienza, di sacrificio e di purezza!”.
Sicuramente, ad ognuno di noi è capitato di non sapersi rassegnare per la perdita, forse prematura, di un amico o di un familiare.
Per quanto ci si possa “impegnare”, quel momento risulta sempre inatteso e ci coglie impreparati, disarmati.
Ogni anno, il 2 Novembre, è così che ci sentiamo, ancora una volta. Ci sentiamo smarriti, abbandonati, vaganti in quel dolore che non passa mai e con cui possiamo solo convivere, ma che, con l’aiuto di Dio, ci porta lontani, a sperare e a credere nella vita oltre la vita.
Commemorazione dei defunti: origine del culto
Il 2 Novembre è il giorno del mese della Commemoratio Omnium Fidelium Defunctorum, ossia la celebrazione di qualunque anima ci abbia preceduto nel viaggio verso il cielo.
Fu Sant’Odilone di Cluny, Abate, che, nel 998, decise, secondo la Regola Cluniacense (di ispirazione Benedettina), che le campane dell’Abbazia suonassero con rintocchi funebri, dopo i vespri dell’1 Novembre.
Nacque, così, la Commemorazione dei Fedeli Defunti che, inoltre, si esprimeva con l’intenzione di prendere l’Eucaristia, il giorno seguente, pro requie omnium defunctorum.
A poco a poco, il rito divenne di tutta la Chiesa cattolica. Nel XIV secolo, venne chiamato Anniversarium Omnium Animarum.
Tutti noi dobbiamo pregare, e tanto, per le anime dei defunti. Dobbiamo chiedere a Dio di perdonare i loro peccati, quelli che, non ancora rimessi, possano separare loro dalla beatitudine senza fine.
Il 2 Novembre, richiamando al pensiero tutte le persone a noi care e seguendo le disposizioni della Chiesa, si possono ottenere le indulgenze in favore dei defunti.
Questo si può fare anche in altri giorni dell’anno e in luoghi particolari, appositamente scelti per il culto.
Commemoriamo i nostri defunti del giorno della loro dipartita
Non dimentichiamoci mai dei cari defunti, soprattutto nel giorno in cui ricorre la loro nascita al cielo. In quella ricorrenza, è opportuno far celebrare una Santa Messa per il defunto e per coloro che furono i suoi genitori su questa terra.
Ognuno di noi è collegato ai propri antenati. La nostra storia umana e spirituale è intessuta alla loro, perciò è indispensabile la Commemorazione dei defunti.
Agevolare il loro passaggio, dal Purgatorio alla presenza del Sommo Bene, significa aiutare anche noi stessi e “coltivare” la nostra redenzione futura.
Nel porre sempre molta attenzione e tanto affetto al ricordo di quelli che, nella nostra famiglia o tra i conoscenti, ci hanno già lasciato, non manchiamo mai di affidarli alla Misericordia Divina, che li rinfranchi e li renda puri, come Dio vuole.
Preghiera per la perdita di una persona cara
Signore, tu mi hai tolto la persona che mi era tanto cara in questo mondo.
Io l’amavo e speravo di godere per lungo tempo della sua presenza. Tu hai disposto diversamente e sia fatta la tua volontà.
Il solo conforto che provo nella sua perdita è che tu l’hai ricevuta nel seno della tua Misericordia e ti degnerai un giorno di unirmi ad essa.
Se un resto di soddisfazione per le sue colpe la trattenessero ancora nelle pene e le impedisse di riunirsi a te, io ti offro a suo vantaggio tutte le mie preghiere e le mie opere buone e soprattutto la mia rassegnazione per questa perdita.
Tu hai preso, Signore, ciò che ti apparteneva. Custodisci la persona a me tanto cara nella vita eterna, per la tua gloria, per la sua gloria e per la mia consolazione. Amen.
Antonella Sanicanti
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