La novena si recita dal 22 al 30 aprile e ci prepara alla celebrazione del primo maggio, giorno della festa di San Giuseppe Lavoratore. Chiediamo l’intercessione di San Giuseppe per tutti i disoccupati, per chi subisce ingiustizie o per chi soffre sul posto di lavoro.
San Giuseppe, uomo delle decisioni
Spesso nei contesti lavorativi è importante prendere le giuste decisioni. Facciamoci guidare in questo da San Giuseppe, colui che prese la delicatissima decisione di custodire la verginità di Maria, ma soprattutto quella di garantire un futuro al Bambino Gesù. La decisione di sposare ugualmente Maria, pur essendo incinta fu determinante per la Missione del Figlio.
Le leggi dell’epoca erano molto intransigenti e la giovane Maria, incinta e senza sposo, avrebbe rischiato senza dubbio la lapidazione. Giuseppe, con la sua decisione, salvò Maria e il Bambino. L’aiuto divino, manifestatosi attraverso il sogno, lo aiutarono a prendere la giusta decisione, con fermezza. L’evangelista Matteo ci narra l’episodio: “Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l’angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie” (Mt 1, 24).
Gesù nel Vangelo è denominato “figlio del carpentiere”. San Giuseppe è patrono dei carpentieri, dei padri di famiglia e di tutti i lavoratori. In San Giuseppe si riconosce la dignità del lavoro umano, il prolungamento dell’opera del Creatore e contributo al piano della Salvezza.
Nel Salento, il rito delle Tavole di San Giuseppe rappresenta una tradizione che affonda le sue radici sin dal Medioevo. La tradizione più antica riguarda il paese di Giurdignano, ma poi con il tempo si è estesa ai paesi limitrofi con piccole differenze tra un comune e l’altro. Nei giorni 18 e 19 marzo, nelle piazze salentine, si imbandisce una grande tavola lunga quaranta metri. Emblema della tavolata è la Sacra Famiglia, con Giuseppe che siede a capotavola, affiancato da Maria e Gesù. Accanto alla Sacra famiglia si trovano alcuni santi tra cui Santa Maria Cleofe, San Giuseppe d’Arimatea, San Giovanni, fino ad arrivare a un massimo di 13, numero che richiama i componenti dell’ultima cena.
I festeggiamenti con le Tavole di San Giuseppe precedono la Settimana Santa e la Pasqua. Accanto alle tavole, ci sono chiese che attraverso alcuni rituali riecheggiano la tradizione. Nelle Chiese di Calimera le preghiere vengono fatte in lingua grika durante la passione. Questo particolare dialetto greco fu importato dai bizantini.
Nel nome dei Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O S. Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a te ricorro, affinché m’implori la grazia, per la quale mi vedi gemere e supplicare davanti a te. E’ vero che i presenti dispiaceri e le amarezze che sono forse il giusto castigo dei miei peccati. Riconoscendomi colpevole, dovrò per questo perdere la speranza di essere aiutato dal Signore? “Ah! No!” – mi risponde la tua grande devota Santa Teresa – “No certo, o poveri peccatori. Rivolgetevi in qualunque bisogno, per grave che sia, alla efficace intercessione dei Patriarca S. Giuseppe; andate con vera fede da Lui e resterete certamente esauditi nelle vostre domande”. Con tanta fiducia, mi presento, quindi, davanti a Te e imploro misericordia e pietà. Deh!, per quanto puoi, o San Giuseppe prestami soccorso nelle mie tribolazioni. Supplisci alla mia mancanza e, potente come sei, fa che, ottenuta per la tua pia intercessione la grazia che imploro, possa ritornare al tuo altare per renderti l’omaggio della mia riconoscenza.
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.
Non dimenticare, o misericordioso S. Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che, fosse, è ricorsa a te, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in te riposte. Quante grazie e favori hai ottenuto agli afflitti! Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, ricorrendo alla tua protezione sono stati esauditi. Deh! non permettere, o gran Santo che io abbia ad essere il solo, fra tanti, a rimanere privo dei tuo conforto. Mostrati buono e generoso anche verso di me, ed io, ringraziandoti, esalterò in te la bontà e la misericordia dei Signore.
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.
O eccelso Capo della Sacra Famiglia, io ti venero profondamente e di cuore t’invoco. Agli afflitti, che ti hanno pregato prima di me, hai concesso conforto e pace, grazie e favori. Degnati quindi di consolare anche l’animo mio addolorato, che non trova riposo in mezzo alle ingiustizie da cui è oppresso. Tu, o sapientissimo Santo, vedi in Dio tutti i miei bisogni prima ancora che io te li esponga con la mia preghiera. Tu dunque sai benissimo quanto mi è necessaria la grazia che ti domando. Nessun cuore umano mi può consolare; da te spero d’essere confortato, date, o glorioso Santo. Se mi concedi la grazia che con tanta insistenza io domando, prometto di diffondere la devozione verso di te, di aiutare e sostenere le opere che, nel tuo Nome, sorgono a sollievo di tanti infelici e dei poveri morenti. O. S. Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà dei mio dolore!
Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.
Fabio Amicosante
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