La novena al Bambin Gesù di Praga ci accompagna all’interno dell’antichissimo culto dell’infanzia di Gesù, che arrivò in Boemia nel XVI secolo con la statua del Santo Bambino di Praga.
La storia del Bambin Gesù di Praga, una statua lignea, ricoperta di cera, ebbe inizio nel sud della Spagna, come opera di uno sconosciuto scultore. La statua giunse nelle mani dei nobili spagnoli e, a seguito di un matrimonio regale tra la casata spagnola e quella di Boemia, giunse a Praga. La diffusione del culto la dobbiamo principalmente ai Padri Carmelitani Scalzi, che ricevettero la statua in dono, presso il Convento di Santa Maria della Vittoria, nel quartiere di Mala Strana, a Praga.
L’originale statua raffigurante il Gesù Bambino di Praga è alta 47 cm ed è da sempre rivestita con abiti regali, tessuti a mano. Le prime che ricevettero tale incarico furono Anna Loragh e Sibylla Schayemaier, seguite dal 1747 dalle Dame Inglesi, religiose appartenenti alla famiglia gesuitica. La statua possiede poi due corone: la prima risale al 1767, mentre la seconda fu preparata tra il 1810 e il 1820. I suoi vestiti più antichi risalgono al 1700, mentre i più recenti provengono da tutto il mondo: dalla Sicilia, alle Filippine, passando per la Polonia, a testimonianza di una devozione e di un culto diffusissimo in tutto il mondo.
O splendore dei Padre celeste, nel cui volto rifulge il raggio della divinità, io t’adoro profondamente, mentre ti confesso vero Figlio di Dio vivo. T’offro, o Signore, l’umile omaggio di tutto il mio essere. Deh! Ch’io non abbia mai a separarmi da Te, mio sommo Bene.
Padre nostro; Ave, o Maria; Gloria al Padre.
Per la tua divina Infanzia, o Gesù, concedimi la grazia che istantaneamente ti chiedo (si esprime) se è conforme al tuo bene placito ed al mio vero bene. Non guardare alla mia indegnità, ma alla mia fede ed alla tua misericordia infinita.
Inno
Gesù, dolce ricordo, che dà le gioie del cuore; ma più che il miele e tutte le cose e dolce la Sua presenza. Niente si canta di più soave, niente si ode di più lieto, niente si pensa di più dolce di Gesù, Figlio di Dio. Gesù, speranza per quelli che si pentono, quanto pietoso sei per quelli che ti pregano, quanto buono per quelli che ti cercano, ma che cosa sei per quelli che ti trovano?
Né la lingua basta a dirlo né lo scritto ad esprimere: chi ha provato può credere che cosa sia amare Gesù. Sii, Gesù, nostra gioia tu che sei il premio futuro. La nostra gloria sia in te sempre per tutti i secoli. Amen.
Preghiamo
Dio, che costituisti l’Unigenito tuo Figlio Salvatore del genere umano e ordinasti che si chiamasse Gesù, concedi propizio che di Colui il cui Santo Nome veneriamo in terra possiamo godere in cielo anche la vista. Per lo stesso Cristo nostro Signore. Amen.
Fabio Amicosante
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