La devozione al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei (Madonna di Pompei) fu “innescata” da Bartolo Longo (1841-1926, Brindisi), oggi Beato.
Quando il Bartolo Longo giunse nella Valle di Pompei per la prima volta, rimase impressionato dalla povertà e dalle problematiche in cui viveva quella gente.
Era preoccupato, angosciato, non si dava proprio pace. Un giorno, gli sembrò di sentire queste parole: “Se cerchi salvezza, propaga il Rosario. È promessa di Maria. Chi propaga il Rosario è salvo!”.
Allora, Bartolo Longo urlò al cielo: “Se è vero che tu hai promesso a San Domenico che chi propaga il Rosario si salva, io mi salverò perché non uscirò da questa terra di Pompei senza aver qui propagato il tuo Rosario!”.
La Novena che segue, comincia con un invocazione a Santa Caterina da Siena, la cui commemorazione coincide proprio col primo giorno della devozione.
E’ anche raffigurata (insieme a San Domenico) nel quadro della Beata Vergine del Rosario di Pompei che tutti conosciamo.
Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O Santa Caterina da Siena, mia protettrice e maestra, assistimi e degnati di unirti me in questa Novena alla Regina del Rosario, che ha posto il trono delle sue grazie nella Valle di Pompei. Per la tua intercessione, fa’ che io ottenga la desiderata grazia (…). Amen.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria.
1. O Vergine Immacolata, Regina del Rosario, in questi tempi di morta fede e di empietà trionfante, hai voluto piantare il tuo seggio di Regina e di Madre sull’antica terra di Pompei. Da quel luogo dov’erano adorati idoli e demoni, tu oggi, come Madre della divina grazia, spargi i tesori delle celesti misericordie. Da quel trono, o Vergine pietosa, rivolgi, o Madre, sopra di me gli occhi tuoi ed abbi pietà: ho tanto bisogno del tuo soccorso. Mostrati a me come a tanti altri vera Madre di misericordia. “Monstra te esse Matrem”, mentre con tutto il cuore ti saluto e ti invoco mia Sovrana e Regina. Salve, o Regina.
2. Ai piedi del tuo trono, gloriosa Signora, l’anima mia ti venera tra gemiti ed affanni. In queste angustie ed agitazioni in cui mi trovo, alzo confidente gli occhi a te, che
ti sei degnata di eleggere per dimora le campagne di poveri e abbandonati contadini. Là, tu, come Regina delle Vittorie, levasti la tua voce potente, per chiamare, d’ogni parte d’Italia e del mondo, i devoti tuoi figli ad erigerti un tempio. Muoviti a pietà, tu che sei l’aiuto dei cristiani, liberami da queste tribolazioni in cui mi trovo. Tu che sei la vita nostra, trionfa sulla morte che minaccia l’anima mia, in questi pericoli in cui si trova esposta. Ridonami la pace, la tranquillità, l’amore, la salute. Salve, o Regina.
3. Il sentire che tanti sono stati da te beneficati perché ricorsi a te con fede, m’infonde coraggio d’invocarti in mio aiuto. Tu promettesti a San Domenico che chi vuole le grazie con il tuo Rosario le ottiene ed io, con il Rosario in mano, ti chiamo, o Madre, all’osservanza delle tue materne promesse. Tu stessa operi continui prodigi, per chiamare i tuoi figli ad onorarti nel tempio di Pompei. Tu vuoi tergere le nostre lacrime, vuoi lenire i nostri affanni! Con il cuore sulle labbra, con viva fede, ti chiamo e t’invoco. Madre mia, Madre cara, Madre bella, Madre dolcissima, aiutami! Madre e Regina del Santo Rosario di Pompei, non tardare ancora a stendere la tua mano potente per salvarmi: il ritardo mi porterebbe alla rovina. Salve, o Regina.
4. A chi dovrò ricorrere, se non a te che sei sollievo dei miserabili, conforto degli abbandonati, consolazione degli afflitti? Lo confesso, sono indegno di ricevere grazie, ma tu sei speranza di chi dispera, grande mediatrice tra l’uomo e Dio, potente nostra Avvocata presso il trono dell’Altissimo, Rifugio dei peccatori! Di’ una parola in mio favore al tuo Figliolo, egli ti esaudirà. Chiedigli, Madre, questa grazia di cui tanto ho bisogno (…). Tu puoi ottenermela: tu, speranza mia, mia consolazione, mia dolcezza, vita mia. Così spero e così sia. Salve, o Regina.
5. Vergine e Regina del Santo Rosario, figlia del Padre celeste, Madre del Figlio divino, Sposa dello Spirito Santo, tu, che tutto puoi presso la Santissima Trinità, impetra questa grazia a me necessaria, purché non sia di ostacolo alla mia salvezza eterna (…). Te la domando per la tua Immacolata Concezione, per la tua divina maternità, per i tuoi gaudi, per i tuoi dolori, per i tuoi trionfi.
Te la domando per il Cuore del tuo Gesù, per quei nove mesi che lo portasti in seno, per la sua morte di croce, per il suo Nome Santissimo, per il suo Preziosissimo Sangue. Te la domando per il Cuore tuo dolcissimo, nel nome tuo glorioso, o Maria, Stella del mare, Signora potente, Madre di dolore, Porta del Paradiso, Madre di ogni grazia. In te confido, da te tutto spero. Tu mi hai da salvare. Amen. Salve, o Regina.
Antonella Sanicanti
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