Il 4 ottobre ricorre la memoria liturgica di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Con la seguente novena ci prepariamo a celebrare la sua festa, ripercorrendo le tappe della sua straordinaria vita.
San Francesco, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, nacque ad Assisi nel 1181 (o 1182). La sua famiglia era tradizionalmente benestante, suo padre, infatti, si occupava del commercio di stoffe, sua madre, Giovanna (Pica) era una nobile, di origine probabilmente provenzale. Francesco prese parte al conflitto che nel 1154 contrappose Assisi e Perugia, grandi rivali a quei tempi. A seguito della sconfitta, molti assisani, tra cui lo stesso Francesco, furono resi prigionieri. L’esperienza del carcere influì molto sull’esistenza di Francesco: nulla fu più come prima.
I suoi genitori pagarono il riscatto e riuscirono a liberare il giovane Francesco dal carcere. Tuttavia, le condizioni fisiche del Santo erano compromesse. Le cure di sua madre Pica ristabilirono la sua salute, ma in cuor suo tutto era cambiato: seppur da sempre sensibile alle cause degli ultimi, la profonda sofferenza patita contribuì a spegnere nel suo animo ogni attrattiva verso le cose del mondo. Iniziò per Francesco un intenso periodo di meditazione, preghiera e carità: la volontà era quella di servire il Signore. Ebbe da qui inizio la sua missione: portare la Parola di Dio per le strade del mondo.
Il presepe è il simbolo più popolare e significativo del Santo Natale. Attraverso questa rappresentazione si “mette in scena” quanto descritto dal Vangelo secondo Luca, dove nel secondo capitolo si parla della Natività di Gesù. Ma quando nacque il presepe? Fu proprio il Santo di Assisi a dar vita, per la prima volta, a un presepe. Francesco rappresentò per la prima volta la Natività nel 1223, a Greccio (Umbria).
San Francesco scelse la località di Greccio per riprodurre il luogo della nascita di Gesù. Il Santo, tre anni prima della sua rappresentazione, si era recato in Terra Santa, visitando anche Betlemme. Tornato in Italia, ebbe in cuor suo il desiderio di meditare e riflettere su quei Santi luoghi. Per rappresentare il luogo in cui Dio si fece uomo, Francesco scelse Greccio, un luogo che egli conosceva molto bene, perché per un periodo vi si era stabilito insieme ad alcuni compagni. Quel luogo richiamava alla mente del Poverello d’Assisi il paesaggio di Betlemme e questo lo aiutò nella meditazione e nella preghiera.
Tommaso da Celano, nella sua Vita Prima, ci racconta dell’episodio in cui Francesco, recatosi a Greccio, rappresentò la scena del Vangelo. Qualche giorno prima del Natale, Francesco fece chiamare un uomo di nome Giovanni dicendogli: “Vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme”. In quella scena si onorò la semplicità, si esaltò la povertà e si lodò l’umiltà. “Greccio è divenuto come una nuova Betlemme” (Tommaso da Celano, Vita Prima).
Chiediamo a san Francesco la sua gioia e serenità nelle malattie, pensando che la sofferenza è un grande dono di Dio e va offerta al Padre pura, senza essere rovinata dai nostri lamenti. Seguendo l’esempio di Francesco sopportiamo le malattie con pazienza senza far pesare il nostro dolore agli altri. Cerchiamo di ringraziare il Signore non solo quando ci dona la gioia ma anche quando permette le malattie.
Padre Nostro; Ave o Maria; Gloria al Padre
San Francesco, prega per noi.
Fabio Amicosante
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