All’Angelus della Solennità dell’Immacolata Papa Francesco ha annunciato una novità, un grande evento, che lascerà tutti col cuore colmo di tenerezza!
Dopo più di dieci anni di pontificato ci siamo abituati alle sorprese che ci fa di tanto in tanto Papa Francesco. Ma quella annunciata l’8 dicembre ha un sapore dolce. Perché? I protagonisti sono tenerissimi.
La Chiesa celebra Giornate mondiali di varie categorie di persone. Una mancava. Papa Francesco ha rimediato.
Una nuova grande festa.
L’Immacolata è una festa che attiva la trepidazione del Natale. Nella grotta a Betlemme troviamo Dio che è venuto sulla terra nella carne tenera di un bambino. Questo fa riflettere tutti, anche Papa Francesco, che quest’anno ha avuto un’idea magnifica. È nella memoria viva di tutti noi la spizzante gioia che da Lisbona si è diffusa in tutto il mondo grazie ai partecipanti alla Giornata mondiale della gioventù. Entusiasmo che Papa Francesco ha portato a casa e che ha fatto fruttificare. Dopo i giovani ha voluto incontrare i bambini. Li ha invitati a Roma lo scorso 6 novembre. I bambini accorsi sono stati 7.500. Un pomeriggio gioioso nell’aula Paolo VI. A suggerire un tale raduno era stato un bambino, Alessandro lo scorso luglio, quando ha lanciato una proposta che è piaciuta molto al Papa, gli ha chiesto una giornata dedicata tutta ai bambini. L’evento è stato così arricchente che si ripeterà di anno in anno a partire dal 2024. Infatti, si celebrerà il 24 e il 25 maggio del prossimo anno la Prima Giornata mondiale dei bambini.
Il desidero da cui scaturisce questa iniziativa è “mettere al centro i bambini” proprio come aveva fatto Gesù. Questa nuova GMB (Giornata mondiale per i bambini) vuole far riflettere sulla responsabilità che gli adulti abbiamo nei loro confronti, e su che mondo gli stiamo lasciando in eredità. Il Dicastero per la cultura e l’educazione patrocina l’evento.
La forza della tenerezza
L’infanzia fa molto riflettere. Nella Bibbia talvolta si fa riferimento ai bambini per trattare temi importanti. Ad esempio il Sal. 130, 2-3 paragona l’anima a un bimbo svezzato in braccio a sua madre, il che suggerisce il tema dell’abbandono a Dio. Gesù ricorda che il regno dei cieli appartiene a chi è come i bambini (cf Mt 19,13-15), e rimanda al tema della semplicità e dell’umiltà.
L’infanzia è una delle fasi più sorprendenti della vita. Forza e tenerezza si alternano in un’armonia senza pari. Basta poco perché un bimbo si spaventi, ma altrettanto poco occorre per tranquillizzarlo, a volte anche solo un sorriso. Il bambino di oggi è l’adulto di domani. Come sarà? Imparerà a scegliere il bene e a rigettare il male? È difficile a dirsi.
È necessario compiere ogni sforzo per formare coscienze libere, sane, mature e responsabili. San Giovanni Bosco ricordava che in ogni giovane c’è un punto accessibile al bene, e che occorre investire tempo, risorse, energie, cuore e passione per trovarlo e aiutare il giovane a tirar fuori il meglio di sé.
Un’arte difficile e delicata
Papa Francesco afferma che questa arte, difficile e delicata, è compito specifico dei genitori che incidono sempre sullo sviluppo morale dei propri figli, nel bene e nel male ma è anche un “gioco di squadra”. Formare le generazioni future è responsabilità di tutti. Famiglia, scuola, parrocchia, istituzioni, centri di aggregazione sportivi o culturali, tutto concorre a formare i protagonisti della vita politica, sociale, economica, culturale e religiosa di domani. Il futuro è nelle loro mani, ma se saranno mani forti e abili al lavoro dipende dal nostro attuale impegno educativo, che va portato avanti con paziente fiducia, memori che, come suggerisce don Bosco, si educa non con le percosse ma con l’amore, perché l’educazione è cosa del cuore.