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Aborto al nono mese: la proposta-scempio di un crimine legalizzato

Nuova Zelanda: la maggioranza guidata dalla premier Jacinda Ardern presenta la proposta di legge per l’aborto fino al nono mese. Come si può chiamare “difesa dei diritti”, la negazione alla vita?

(photo Pixabay)

La notizia, riportata dal Sussidiario.net, fa rabbrividire, anche se al momento si tratta di sola proposta di legge. La maggioranza laburista guidata dalla premier Jacinda Ardern ha proposto una legge per consentire l’aborto fino al nono mese. Ciò che ci si chiede è come sia possibile privare un bambino (perché di bambino sta parlando) della vita, in nome della difesa di chissà quali diritti? È doveroso, allora, chiamare le cose con il loro nome: privazione della vita, o uccisione, dal momento che la distanza che lo allontana dalla venuta al mondo è pressoché nulla.

Aborto al nono mese: è solo l’aggravante di un gesto folle

Uccidere un bambino pronto a venire al mondo è un gesto che definire “folle” è forse un eufemismo. Ma la dicitura “nono mese”, all’interno della proposta, è solo l’aggravante di un gesto già di per se privativo. Come ricorda il Sussidiario, anche i più scettici, anche gli “opportunisti” non possono assolutamente cancellare la parola “bambino”, a partire, per esempio, dal terzo mese di gravidanza. Terzo, quarto, nono: non cambia nulla. Un figlio non è un oggetto, e non siamo noi a dover decidere se debba vivere o meno.

La vita è un dono e nessuno ne è padrone

In tal senso, è doveroso ricordare le parole del Santo Pontefice Giovanni Paolo II, che affrontò questa tematica con estrema lucidità, chiarezza e attaccamento ai valori. Nelle prime righe di quello che è passato alla storia come l’Inno alla vita, il Papa ricordava che “La vita è un dono meraviglioso e nessuno ne è padrone”.

Giovanni Paolo II (websource)

L’aborto, l’eutanasia, sono tremendi crimini contro la dignità dell’uomo”. C’è poi un passaggio, nelle sue parole, che deve far riflettere: l’assoluta necessità di “rispetto”, concetto negato in ogni sua parte dallo scempio di tale proposta. Diceva il Santo Pontefice: “La vita è un dono delicato, degno di rispetto assoluto”. E la vita, quella segnata dalla Croce della sofferenza, merita “attenzione, cura e tenerezza“.

Fabio Amicosante

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