Dopo già una prima fase di scontri molto dura in cui l’ex priore e scrittore si è posto in disobbedienza verso la Santa Sede, le indiscrezioni parlano di un ulteriore strappo.
Il Vaticano avrebbe infatti sostanzialmente isolato il fondatore della Comunità di Bose Enzo Bianchi a seguito dei suoi comportamenti, giudicati come gravi.
Le ultime indiscrezioni parlano infatti di una lettera riservata con la quale il segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, ha invitato i vescovi a valutare “se sia opportuno affidare la predicazione” all’ex priore di Bose, responsabile di “comportamenti gravi”. Lo ha fatto, oltretutto, in modo “pressante”, come rivela il quotidiano Domani, che ha rivelato la lettere dopo avere già in passato fatto luce su alcuni punti oscuri della vicenda legata a Enzo Bianchi.
“Valutate se sia opportuno affidare a Enzo Bianchi la predicazione e la formazione per clero, religiosi e laici”, sarebbe stato scritto in una lettera di Parolin, inviata alla Conferenza episcopale italiana nel gennaio 2022, dopo più di un anno da quello che è stato il doloroso strappo con il Vaticano. Un allontanamento dalla Comunità di Bose che lo stesso Bianchi fondò negli anni Sessanta e che ora rappresenta il nodo più problematico dei suoi rapporti con la Chiesa.
Quello del Vaticano assomiglia quindi a un vero e proprio ultimatum ai vescovi italiani sul caso Bianchi, e in particolar modo a quelli che sembrano avere applicato in maniera meno “dura” il provvedimento firmato da Francesco.
Tutto riporta al decreto singolare approvato in forma specifica da papa Francesco il 13 maggio 2020, con cui Bianchi è stato allontanato in modo permanente da Bose per cinque anni insieme ad altri tre membri della comunità, Goffredo Boselli, Lino Breda e Antonella Casiraghi. Lo stesso Bianchi in un primo momento sembrava infatti avere disatteso le indicazioni date dal Papa, restando nei paraggi di Bose.
Nel provvedimento, Bianchi veniva allontanato per la ragione che si sarebbe “posto al di sopra della regola della comunità e delle esigenze evangeliche da esse richieste, esercitando la propria autorità morale in mondo improprio, irrispettoso e sconveniente nei confronti dei fratelli della comunità, provocando lo scandalo”.
Successivamente, però, lo stesso ex priore ha continuato a tenere un’agenda fitta di appuntamenti, in qualità di scrittore e di predicatore, alcuni anche con la partecipazione di esponenti religiosi di spicco, tra cui Mons. Giancarlo Perego. Ora l’invito del Vaticano è di prendere in considerazione l’idea se sia opportuna o meno la presenza di Bianchi anche all’interno di iniziative diocesane.
La nota sarebbe stata lunga due pagine, sufficienti però per interrompere il rapporto tra i vescovi cattolici e l’ex influente priore e volto noto dei media. Parolin nel documento puntualizza che il richiamo è dovuto al bisogno di “avere un quadro realistico della situazione, nel rispetto della verità, delle persone coinvolte e in particolare della comunità, che si sta riprendendo nel perseguimento dei suoi ideali di vita monastica, dopo il difficile tempo vissuto. E che ha bisogno, naturalmente, del sostegno il più possibile concorde di tutta la chiesa”.
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