Sul Green pass, il dibattito divampa tra le diverse posizioni in campo. Secondo i più critici, in molti Paesi si va a creare una situazione allarmante. Mentre dall’altro lato, si contestano i numeri e si cerca un’interlocuzione politica.
Governi europei stanno infatti prendendo decisioni che fanno discutere e creano allarme, mentre in Italia le numerose proteste di piazza non sembrano interessare più di tanto i politici, nonostante le indiscrezioni dei giorni scorsi.
L’annuncio che sta facendo maggiormente discutere arriva dal Governo di un Paese europeo, che si prepara a decidere un nuovo lockdown se il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva aumenterà: ma le restrizioni riguarderanno solo le persone che non hanno voluto fare il vaccino.
La decisione che sta creando allarme
Se i pazienti in terapia intensiva raggiungeranno il 30 per cento del totale dei letti disponibili, i non vaccinati non potranno uscire di casa se non per ragioni specifiche. Nella giornata di venerdì, il cancelliere austriaco Alexander Schallenberg ha lanciato un appello alla popolazione che per chi non possiede la tessera “lasciapassare” suona come preoccupante.
In Austria nell’ultima settimana i contagi da Covid-19 sembrano essere aumentati. Si parla di 20.408 nuovi casi in una settimana, con una media settimanale di 228.5 contagi per 100 mila abitanti, più alta rispetto alla precedente di 152,5. Ad oggi, il governo austriaco afferma che ci sono 220 persone in terapia intensiva.
Cosa sta accadendo nel Paese tra contagi e nuovi dati
Le istituzioni ritengono che la maggior parte di questi pazienti che si trova in terapia intensiva non sono vaccinati contro il Covid-19, e che di conseguenza sarebbe loro la colpa per quanto sta accadendo.
In questo momento infatti solo il 65,4 per cento degli austriaci ha ricevuto almeno una dose di vaccino, e il 62,2 per cento è vaccinato. Di conseguenza, se dovesse scattare nel Paese un nuovo lockdown che riguarderà solo persone non vaccinate, cui non sarà permesso di uscire di casa se non per ragioni specifiche.
Cosa accadrebbe nel caso in cui scattasse un nuovo lockdown
Il governo austriaco ha infatti disposto diversi livelli di condizione pandemica, l’equivalente delle fasce colorate in Italia. Il livello 3 scatta nel momento in cui ci sono 400 pazienti Covid in terapia intensiva. In quel caso, il green pass varrà per vaccinati, guariti e persone che avranno effettuato un tampone molecolare, e non saranno più validi i test rapidi.
Ora tuttavia, su proposta del ministro della Salute, Wolfgang Mueckstein, sonno stati aggiunti due livelli di allerta con le rispettive misure: il quarto ed il quinto.
I diversi livelli introdotti dal governo austriaco
Il livello 4 scatta con la presenza di 500 pazienti in rianimazione, e in quel caso per accedere sul posto di lavoro, al ristorante, nelle strutture alloggiative, agli eventi, a visite mediche o altro, non sarà più possibile fare il tampone per avere il pass.
Il livello 5, invece, quello che sta facendo molto discutere, scatta con un numero di pazienti in terapia intensive pari a 600, pari al 30 per letti disponibili sul territorio austriaco. In quel caso, i non vaccinati potranno uscire di casa solo per ragioni specifiche.
Cosa affermano i diversi commentatori sul punto
Uno scenario che diversi commentatori non hanno esitato a definire “inquietante”, ma che rischia di essere la direzione che alcuni Paesi come l’Austria stanno effettivamente prendendo. L’idea di segregare in casa una sola categoria di persone, infatti, a livello simbolico è molto dura, e il pericolo è di soffiare sul fuoco delle proteste che in questi giorni si stanno verificando nelle piazze d’Italia e non solo.
Se infatti nel nostro Paese solamente alcuni giorni fa si parlava di un possibile retrofront del governo sul green pass già a Natale, che sarebbe poi la scadenza naturale dello Stato di emergenza, a meno che non lo si voglia prolungare a “Stato di eccezione” (una condizione, nella pratica, possibile solo in contesti di guerra o simili), le notizie che arrivano dalla Francia non sono incoraggianti.
La discussione che sta accendendo gli animi in Francia
Il governo francese sta discutendo sull’estensione del green pass fino al 31 luglio 2022. La Camera francese nello scorso fine settimana ha dato via libera al disegno di legge che farebbe ricorrere a quella data, non senza accese discussioni all’interno del dibattito parlamentare ma soprattutto anche fuori.
Ora il testo del provvedimento francese, adottato con soli 10 voti di differenza, 135 voti favorevoli e 125 contrari, dopo due giorni di dibattiti, approderà al Senato il 28 ottobre.
L’articolo del quotidiano americano che ha creato un terremoto
In Italia, invece, nei giorni scorsi la questione si è fatta ancora più controversa dopo il pesante e controverso articolo del giornale americano Washington Post in cui si afferma, senza messe misure, che oggi “l’Italia è un laboratorio politico dove, per la prima volta in un Paese democratico, si stanno sperimentando limitazioni dei diritti”.
A cui ha fatto seguito un editoriale sul quotidiano romano Il Tempo in cui si analizza il nuovo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, in cui secondo l’editorialista e direttore Franco Bechis “si afferma che il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza“.
I dati dell’Iss citati dal quotidiano romano che creano scompiglio
“Secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall’istituto solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 1”, scrive Bechis già nelle prime righe dell’articolo, la cui conclusione è chiara. “Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé“.
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Insomma, la discussione è aperta mentre nelle piazze di molte città italiane, tra cori da stadio e intonazioni dell’inno d’Italia, il movimento no-green pass cerca un interlocutore politico, o meglio, afferma il bisogno di dare vita a una forza politica che rappresenti le loro istante.
Draghi prosegue per la sua strada, ma i dati non sono chiari
Dal suo canto, Draghi prosegue dritto per la sua strada. Il 20 ottobre il presidente del Consiglio ha infatti tenuto alla Camera le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre, e tra le altre cose ha difeso l’introduzione dell’obbligo del green pass per i lavoratori pubblici e privati.
Secondo il sito di fact-checking Pagella Politica, però, lo ha fatto gonfiando un po’ i dati sugli effetti benefici dell’introduzione del certificato lasciapassare rispetto all’andamento della pandemia. “I dati citati dal presidente del Consiglio sono corretti?”, è la domanda del sito che si occupa di controllare o meno la verità delle affermazioni pronunciate da politici e istituzioni.
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“Abbiamo verificato e i conti di Draghi non tornano”, è la conclusione. “Il primo dato riguarda una stima poco trasparente, che non è per nulla chiaro come sia stata calcolata; le percentuali invece fanno riferimento alle stime dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sull’efficacia dei vaccini in tutta la campagna vaccinale, non dall’introduzione dell’obbligo di green pass a lavoro”.