Ieri è stato illustrato ai cittadini il nuovo Dpcm dal Premier Conte. Ma non tutti sono rimasti contenti delle nuove misure restrittive prese.
In particolare i sindaci sono sul piede di guerra: “Il Governo non può far ricadere le responsabilità solo su di noi che governiamo le città”.
I sindaci sono sul piede di guerra con il Governo, dopo che il Premier Conte ieri sera ha illustrato il nuovo Dpcm all’intera Nazione. Fra le misure nuove adottate per contenere l’avanzata dei contagi da Coronavirus, in particolare in alcune città, quella di dare ai sindaci la possibilità di “chiudere strade e piazze”, specie quelle della movida.
Secondo il Dpcm, i sindaci possono applicare un vero e proprio coprifuoco, a partire dalle ore 21, per far fronte ad eventuali assembramenti che possono crearsi, in particolare nei luoghi della movida. Ma l’Anci è sul piede di guerra: “La responsabilità non può essere scaricata solo sui sindaci anche perché la polizia locale non è previsto che si occupi di Covid” – è insorto il presidente dei sindaci d’Italia, Decaro.
“Nel testo definitivo è stato tolto il riferimento esplicito ai Sindaci che c’era nella bozza, citato da Conte in conferenza stampa. Ma non si dice a chi competerebbero quelle misure: se ai Sindaci, ai Prefetti, ai Presidenti di Regione. Né con quali mezzi si possano attuare” – ha annunciato, dal canto suo, il sindaco di Bergamo, Gori.
I sindaci d’Italia protestano specie perché, nell’eventualità dovessero esser loro ad attuare la chiusura di strade e piazze contro la movida, nelle singole città mancano sia uomini che mezzi per attuare tutto ciò: “Per chiudere una piazza con cinque vie d’accesso servono almeno 10 agenti. Chi li ha?” – continua il sindaco Gori.
La situazione continua ad essere sempre più ingarbugliata, fra poteri e chi li scarica; fra chi cerca di mettere ordine e chi, invece, illustra (come i sindaci) le vere realtà delle singole città.
Fonte: ansa.it
ROSALIA GIGLIANO
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