L’imposizione del Green Pass ha sollevato le proteste dei fedeli e non solo: due avvocati di rilievo scrivono ai vescovi italiani.
La Cei infatti ha nei giorni scorsi diramato un comunicato in cui caldeggia la vaccinazione per fedeli e operatori sociali, e fino lì si è trattato solamente di un invito.
In queste settimane sono stati molti gli eventi religiosi in tutta Italia dove è stato espressamente richiesto ai fedeli di presentare il famigerato “green pass” per partecipare a Messe e celebrazioni varie. Una richiesta secondo molti profondamente ingiusta e discriminatoria, per di più nella Casa del Signore che è un luogo in cui per definizione accoglie tutti ed è aperto a tutti.
La stessa Chiesa che sbandiera ogni giorno il tema dell’accoglienza si ritrova ad escludere i propri fedeli da molte celebrazioni, creando un vero e proprio paradosso. Oltre a questo, però, ieri è arrivata anche la comunicazione da parte della diocesi di Milano in cui si spiega che gli operatori parrocchiali, tra cui catechisti, coristi e tutti gli altri, saranno chiamati in maniera obbligatoria a presentare il green pass. L’unica differenza è che non verranno controllati ma il parrocchiano dovrà presentare apposita autocertificazione.
Una notizia che fa letteralmente rabbia a molti fedeli, già in posizione molto critica rispetto alle scelte effettuate dal governo, che ora si trova a dover sottostare anche alle decisioni della stessa Chiesa. Ci si chiede quali saranno, purtroppo, gli effetti di questa triste decisione. Ci saranno ancora meno operatori impegnati nella parrocchie, meno fedeli nelle Messe, meno giovani negli oratori? La domanda si insinua con grande dolore e costernazione.
Alcuni fedeli hanno così preso l’iniziativa e presentato una lettera direttamente al card. Gualtiero Bassetti sulla richiesta avanzata da parte di alcuni vescovi e sacerdoti del green-pass in occasione di feste per cerimonie religiose e soprattutto per l’accesso nei luoghi di culto e per la partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, o a qualunque attività nella vita della Chiesa. La lettera è firmata dagli avvocati Gianfranco Amato e Francesco Fontana.
AL CARD. GUALTIERO BASSETTI
PRESIDENTE DELLA CEI
31 agosto 2021
Eminenza,
poiché i fedeli “hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa” (can. 212 § 3), esprimiamo con fermezza ai Pastori della Chiesa italiana il nostro
DISSENSO
circa l’obbligo del vaccino anti-covid e circa l’imposizione della vaccinazione di massa anche nei luoghi di culto, nelle strutture ecclesiali e nei seminari, per i seguenti motivi:
la vaccinazione di massa comporta l’insorgere delle varianti, non garantisce l’immunità ed espone al rischio di contrarre gravi patologie;
è un provvedimento discriminatorio che distrugge l’umano e il tessuto sociale sia nell’ambito della società civile sia dentro la Chiesa, creando un conflitto tra vaccinati e non vaccinati;
con la prossima approvazione del nuovo protocollo curativo da parte dell’Unione Europea, che avrà luogo in ottobre, decadrà l’emergenza che autorizza la sperimentazione dei vaccini genici anti covid-19, e poiché verrà meno la condizione che presume l’inesistenza di altre terapie, di conseguenza non sarà più possibile imporre obbligatoriamente farmaci sperimentali e in gran parte inefficaci, come sono appunto i sopraddetti vaccini genici anti covid-19.
Inoltre, poiché con il Decreto Legge n.105 del 23-7-2021 il Governo italiano ha imposto la Certificazione Verde Covid-19, o green-pass, per coloro che si spostano in entrata e uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”, per coloro che accedono a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, e per chi partecipa alle feste per cerimonie civili e religiose,
CI OPPONIAMO
all’imposizione del sopraddetto green-pass in occasione di feste per cerimonie religiose e soprattutto per l’accesso nei luoghi di culto e per la partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, o a qualunque attività nella vita della Chiesa (compresi campi scuola), in forza dei seguenti motivi:
– con il Decreto Legge 105, che impone il green-pass, ci troviamo di fronte ad un abuso plurimo di normative, artatamente confusionarie, e ad una babele di provvedimenti riesumati;
– viene fatto uno sfregio di ogni principio di diritto naturale;
– a questo ormai tragicamente consueto sfregio, si aggiunge la violazione specifica dell’art. 3 della Costituzione italiana con l’introduzione di una discriminazione incompatibile con il Regolamento CE 953/21, che ha ribadito la risoluzione del Consiglio d’Europa del 27-1-2021, n. 2631, confermando e garantendo la tutela della libera scelta rispetto alla vaccinazione.
Non solo. Far dipendere dal green-pass l’accesso ad un luogo di culto, far dipendere dal green-pass la partecipazione ad una cerimonia religiosa, o alla vita della comunità ecclesiale o parrocchiale, o addirittura alla Messa e ai Sacramenti, e così via, contrasta soprattutto con le leggi canoniche e – nel caso dell’accesso ai Sacramenti – va contro il diritto divino. Perciò
DENUNCIAMO
l’imposizione del green-pass nelle chiese e in tutti i luoghi sopraddetti già messa in atto in modo illegittimo in alcune Diocesi sparse sul territorio italiano da alcuni Vescovi e Sacerdoti, come testimonia la documentazione qui allegata, e chiediamo ai Pastori di non esigere l’obbligo del vaccino anti-covid, che oltre ad essere un farmaco incerto crea problemi di coscienza in tanti cattolici per la cooperazione con l’aborto; domandiamo ai Pastori di rispettare la libertà dei fedeli, attenendosi alle indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha dichiarato: “La vaccinazione non è di norma un obbligo morale e perciò deve essere volontaria” (Nota del 21-12-2020).
Siano ammoniti tutti i Pastori soprattutto a non negare i Sacramenti ai non vaccinati, e si ricordi loro che secondo le leggi della Chiesa “i ministri sacri non possono negare i Sacramenti a coloro che li chiedono opportunamente, siano ben disposti e non ne abbiano dal diritto la proibizione di riceverli” (can. 843 § 1). Si richiamino i Vescovi all’obbedienza alle recenti disposizioni della CEI circa la libera partecipazione di tutti i fedeli alla Messa e alle Processioni, senza escludere chi non ha il green-pass.
Infine, poiché dal prossimo 6 settembre inizierà la discussione parlamentare per la conversione del Decreto Legge n. 105 che ha introdotto il green-pass, rivolgiamo formalmente questa
ISTANZA
a Lei, Eminenza, come Presidente della CEI, e per mezzo di Lei tutti i Vescovi della Chiesa italiana, affinché si alzi la voce e si condanni pubblicamente l’imperterrita legiferazione in sacris posta in essere dal Governo italiano mediante il Decreto Legge n.105, che, limitando la partecipazione alle feste per cerimonie religiose, compie un’ingerenza abnorme nella sfera giuridica della Chiesa in contrasto con l’art. 7 della Costituzione e le norme concordatarie.
Con ossequio,
il Presidente dell’Associazione “Iustitia in Veritate”
Avv. Francesco Fontana
il Presidente dell’Associazione “Giuristi per la Vita”
Avv. Gianfranco Amato
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Giovanni Bernardi
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