Il Vescovo campano incentrò la sua missione alla cura delle anime e compose due dei più importanti inni al Bambino Gesù.
Istituì la Congregazione del Santissimo Redentore avendo come scopo l’evangelizzazione dei semplici.
Dedicò la sua vita alla redenzione delle anime a lui affidate, e si impegnò nel far conoscere Cristo ai più umili.
In questo primo giorno del mese di agosto, la chiesa venera Sant’Alfonso Maria de Liguori. Nacque nel 1696 a Marinella, un quartiere vicino Napoli. Primo di otto figli, ebbe una rigida educazione religiosa, addolcita però sempre da sentimenti di compassione nei riguardi di chi era meno fortunato di lui.
All’età di soli 12 anni s’iscrisse all’Università di Napoli e, quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato, cominciando a esercitare la professione di avvocato già all’età di 16 anni. Frequentava la Confraternita dei dottori presso la chiesa dei Girolamini dei filippini e si assunse il compito di visitare i malati del più grande ospedale di Napoli.
Una dura sconfitta nella sua carriera professionale di legale nel 1723 fece maturare la sua vocazione di consacrarsi a Dio che vide l’opposizione del padre. Nonostante tutto, entrò in seminario e fu ordinato sacerdote nel 1726.
Nel 1732 fondò la Congregazione del SS. Salvatore, successivamente approvata anche da Papa Benedetto XIV e chiamata “Congregazione del SS. Redentore”. I redentoristi (cosi sono, ancora oggi, chiamati coloro che fanno parte della Congregazione) avevano il compito di operare per la redenzione delle anime con missioni, esercizi spirituali e varie forme di apostolato.
Negli anni successivi alla fondazione della congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali. Fu anche compositore di molte canzoni in italiano e in napoletano, tra cui il celebre canto natalizio “Tu scendi dalle stelle”, scritto e musicato durante una sua missione a Nola derivato da “Quanno nascette Ninno”, composta con testo in napoletano.
Ammalato, dopo dodici anni di direzione diocesana, si ritirò a Nocera de’ Pagani, in provincia di Salerno, tra preghiere e meditazioni, dove poi morì.
O mio glorioso ed amatissimo protettore Sant’Alfonso che hai tanto faticato e sofferto per assicurare agli uomini il frutto della redenzione, guarda le miserie della mia povera anima ed abbi pietà di me.
Per la potente intercessione di cui godi presso Gesù e Maria, ottienimi con un vero pentimento, il perdono delle mie colpe passate, un grande orrore al peccato e la forza di resistere sempre alle tentazioni.
Fammi partecipe, te ne prego, di una scintilla di quell’ardente carità di cui il tuo cuore fu sempre infiammato e fa’ che imitando il tuo fulgido esempio, io scelga la divina volontà come unica norma nella mia vita.
Implora per me un fervido e costante amore a Gesù, una tenera e filiale devozione verso Maria e la grazia di pregare sempre e di perseverare nel divino servizio fino all’ora della mia morte, affinché io possa finalmente unirmi a te per lodare Dio e Maria Santissima per tutta l’eternità.
Così sia
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ROSALIA GIGLIANO
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