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Oggi 10 agosto: San Lorenzo. Prima dell’atroce supplizio lascia a bocca aperta i carnefici

Diacono e martire, San Lorenzo si distinse per la pietà, la carità verso i più poveri e l’integrità dei costumi.

Oggetto di un culto popolarissimo, la tradizione lo vuole orribilmente martirizzato non prima di aver stupito i suoi carnefici che volevano accaparrarsi i “tesori” di cui si diceva fosse il custode.

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Sono davvero scarne le notizie storiche su questo santo, diacono e martire, che pure in passato è stato oggetto di una diffusissima devozione popolare. Per rendere l’idea, basti solo pensare che a Roma ben 34 chiese sono dedicate a lui e che fino all’Ottocento la sua festa nell’Urbe era annoverata tra quelle di precetto.

Lorenzo, nativo di Osca (Spagna) nella prima metà del III secolo, era giunto successivamente a Roma. Qui papa Sisto II gli aveva affidato l’incarico di arcidiacono. Lorenzo aveva cioè il compito di guidare l’attività di quei ministri che, nei vari quartieri, aiutavano i sacerdoti a svolgere le opere di apostolato e di carità. Tra le varie mansioni la distribuzione dell’eucaristia, l’accettazione, la custodia e la gestione delle offerte, le elemosine da distribuire fra i poveri.

Esattamente questa funzione stava svolgendo Lorenzo nel 258, quando l’imperatore Valeriano scatenò una feroce persecuzione anticristiana che tra le sue vittime ebbe lo stesso pontefice. Prima di essere ucciso, Sisto II era però riuscito a mettersi in contatto con Lorenzo. E gli aveva affidato il compito di distribuire ai poveri i beni della comunità.

Lorenzo sorprende l’imperatore coi veri tesori della Chiesa

Un incarico che Lorenzo eseguì puntigliosamente, prima che anche contro di lui si avventassero i persecutori. Arrestato dai soldati di Valeriano, gli fu imposto di consegnare prima il “tesoro” della comunità di cui tanto si parlava. Ma si trattava di un tesoro soltanto favoleggiato e certo ben diverso da quello che si immaginava Valeriano.

Infatti si narra che Lorenzo si sia presentato all’imperatore portandosi dietro numerosi malati, poveri, storpi e ciechi della città dicendo: «Ecco i tesori della Chiesa, tesori che non diminuiscono mai, che fruttano sempre e che puoi trovare ovunque».

L’atroce supplizio di Lorenzo

Nulla di più vero, ma l’imperatore si sentì beffato dal gesto del diacono e lo fece subito mettere a morte. Il martirio di Lorenzo fu un lungo calvario disseminato di inenarrabili patimenti: l’ultimo dei quali, il più feroce, una graticola adagiata sopra una coltre di carboni ardenti, sulla quale gli aguzzini posero Lorenzo.

Martirio di San Lorenzo – photo web source

Lorenzo affrontò con pazienza e coraggio l’estrema prova. Si racconta che abbia detto, rivolto ai suoi carnefici, dopo essere rimasto del tempo steso su di un fianco: «Da questa parte sono già cotto, giratemi pure e poi mangiatemi». Prima di morire, pregò Dio per la città di Roma. Gli abitanti della città eterna ricambiarono la preghiera del diacono martire intitolandogli numerose chiese. La prima sorta sul luogo del martirio di Lorenzo, in Agro Verano, l’odierno cimitero. Un’altra invece subito dopo sulle rovine del teatro di Pompeo, andando contro la tradizione che prevedeva per i martiri una chiesa solo nel luogo del martirio.

La notte dedicata al martirio di San Lorenzo, il 10 agosto, è tradizionalmente associata al fenomeno delle stelle cadenti. Sono considerate evocative dei carboni ardenti su cui il diacono fu suppliziato.

Preghiera a San Lorenzo

O glorioso San Lorenzo, per zelo di cristianità, fatto il primo dei sette diaconi della Chiesa romana, che con santa intrepidezza sopportaste i tormenti del martirio del fuoco su d’una ferreo graticola, perché sostenuto da viva Fede e ardentissimo amore per nostro Signor Gesù Cristo, ottenete a noi pure la grazia di sopportare, i disagi di questa vita e di mantenerci fermi nella professione della Fede per meritarci una beata eternità in Paradiso. Così sìa.

Emiliano Fumaneri

Scritto da
Emiliano Fumaneri

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