Oggi, lunedì di Pasqua, la Chiesa ricorda l’incontro dell’Angelo con le donne al Sepolcro dove era stato deposto Gesù.
Forse qualcuno avrà notato che non diciamo «lunedì dopo Pasqua», ma lunedì di Pasqua, poi martedì di Pasqua, mercoledì di Pasqua, e così via. Per quale motivo?
La ragione, ha spiegato papa Benedetto XVI, sta nella grandezza del mistero della Risurrezione di Gesù. «A questo mistero così grande la liturgia dedica non solo un giorno – sarebbe troppo poco per tanta gioia -, ma ben cinquanta giorni, e cioè l’intero tempo pasquale, che si conclude con la Pentecoste».
Ecco spiegato perché questa settimana di Pasqua, l’Ottava di Pasqua, è da considerare come una lunga domenica. «La Liturgia – dice papa Francesco – considera l’intera Ottava come un unico giorno, per aiutarci ad entrare nel mistero, perché la sua grazia si imprima nel nostro cuore e nella nostra vita. La Pasqua è l’evento che ha portato la novità radicale per ogni essere umano, per la storia e per il mondo: è trionfo della vita sulla morte; è festa di risveglio e di rigenerazione».
Perché si dice «lunedì dell’Angelo»
Il giorno successivo alla Pasqua di Risurrezione, detto volgarmente «Pasquetta», è chiamato anche lunedì di Pasqua e – nel calendario liturgico cattolico – lunedì dell’Ottava di Pasqua. L’espressione «lunedì dell’Angelo», diffusa in Italia, è tradizionale ma non fa parte del calendario liturgico cattolico. Ad eccezione della Germania e altri Paesi di lingua tedesca non è giorno di precetto per i cattolici. Nel dopoguerra lo Stato italiano ha introdotto il lunedì di Pasqua come festività civile (come del resto in diversi altri Paesi).
Si tratta appunto di una festività che va ad «allungare» quella di Pasqua. La festività odierne deve il suo nome dal fatto che in questo giorno la Chiesa commemora l’incontro dell’angelo con le donne giunte al Sepolcro dove era stato posto il corpo del Signore Gesù dopo la sua crocifissione. Si trovavano lì con l’intenzione di imbalsamarne il corpo con gli oli aromatici.
Il racconto evangelico dell’apparizione dell’angelo
Il Vangelo di Marco racconta infatti che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè si recarono al Sepolcro di Gesù portando con sé degli olii aromatici per imbalsamare il suo corpo. E con grande sorpresa scoprirono che il masso che impediva l’accesso alla tomba era stato spostato.
Così si legge in Marco 16, 1-4: «Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?”. Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande».
Lo sconvolgente annuncio della Risurrezione
Alle tre donne, smarrite e preoccupate, apparve allora un angelo che disse: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto» (Mc 16, 6-7). Dopodiché aggiunse: «Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».
Così le tre donne si precipitarono a raccontare l’accaduto agli Apostoli.