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Oggi 10 febbraio: Beato Luigi Stepinac. Il vescovo cresciuto col latte del Rosario

Pastore indomito e fedele alla Chiesa, sarà perseguitato e condannato ingiustamente dai comunisti jugoslavi.

Cresciuto letteralmente a latte e Rosario, diffonderà il più possibile la devozione a Maria incoraggiando i suoi sacerdoti a consacrarsi alla Madonna. Il ruolo di sua madre si rivelerà fondamentale nella sua vocazione sacerdotale, ecco perché.

Beato Luigi Stepinac (10 febbraio) – photo web source

Il beato Alojzije Stepinac (italianizzato in Luigi) nasce l’8 maggio 1898 a Brezaric, villaggio annesso alla parrocchia di Krasic, non distante da Zagabria, in una famiglia dalla profonda fede cattolica.

Fondamentale nella sua storia di fede sarà Barbara, la mamma del futuro beato. Il suo più grande desiderio infatti era quello che il figlio diventasse sacerdote. E per questo recitava numerose preghiere, incluso il Rosario serale, e digiunava tre giorni alla settimana. Il tutto in gran segreto, per non condizionare la scelta di suo figlio.

Il cielo ascolterà la sue preghiere nel 1924 quando Luigi si deciderà per il sacerdozio dopo aver prestato servizio nell’esercito austro-ungarico come ufficiale

Quando finalmente la madre vide esaudire le sue preghiere, nel giorno in cui Luigi venne ordinato sacerdote (il 26  ottobre 1930), il parroco le suggerì di interrompere la pratica dei digiuni. Ma lei rispose, con sollecitudine tutta materna: «Pregherò ancora di più il Rosario e digiunerò ancora di più, perché mio figlio diventi un santo prete!».

Il più giovane vescovo del mondo

Quattro anni dopo, nel 1934, papa Pio XI lo nominò arcivescovo coadiutore con diritto di successione. Luigi ha 37 anni: è il vescovo più giovane del mondo. Nel 1937 diventerà arcivescovo alla morte del predecessore Antun Bauer.

Il contesto in cui si svolge la sua azione pastorale è terribile. Nel 1941, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, nasce lo Stato Indipendente di Croazia, ​​dopo decenni tormentati nel Regno jugoslavo. Sotto il regime nazifascista cominciano la persecuzioni delle minoranze: ebrei, zingari, serbi, dissenti. Mons. Stepinac allora prende le difese dei poveri, degli oppressi e degli sfollati e nell’estate del 1942 critica il regime ustascia chiedendo il rispetto dei diritti di tutti, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa, razziale o etnica. In particolare, salva molti ebrei dalla deportazione.

Perseguitato dai comunisti

Dopo la fine della Seconda Guerra, Stepinac deve fronteggiare un nuovo totalitarismo: quello comunista. I partigiani comunisti iniziano a perseguitare le attività religiose. Nel 1945 i comunisti lo convocano per fondare una “Chiesa nazionale croata”, separata da Roma.

Il 4 giungo 1945 il vescovo Stepinac si incontra con Tito. Al suo rifiuto categorico di collaborare alla fondazione di una “falsa chiesa”, si scatena la persecuzione. Informato delle minacce di morte, Stepinac risponde: «Se ciò accadrà, riferisci al Santo Padre che volentieri offro la mia vita per la Chiesa Cattolica».

Lo arrestano il 18 settembre 1946, accusandolo di collaborazionismo. Dopo un processo farsa viene condannato a 16 anni di carcere e ai lavori forzati. Detenuto prima nel carcere di Lepoglava (1946-1951), finisce poi agli arresti domiciliari nel villaggio di Krasic, senza che abbiano fine le persecuzioni fisiche e morali. Il 12 gennaio 1953 viene nominato cardinale. Sette anni dopo, il vescovo Stepinac muore a Krasic: è il 10 febbraio 1960.

Un grandissimo devoto di Maria

Durante la sua ingiusta prigionia scriverà oltre 700 lettere per incoraggiare i suoi sacerdoti perseguitati trasmettendo loro l’amore per la Madonna, esortandoli a consacrarsi alla Vergine Maria.

Lui stesso, infatti, era nato e cresciuto col «latte del Rosario» recitato da sua madre e per tutta l’infanzia e la gioventù era vissuto con la corona in mano. Anche in punto di morte volle che chi si trovava al capezzale recitasse assieme a lui l’ultima corona. «Spronate – diceva il vescovo Stepinac – le anime alla devozione verso la Madre di Dio. Oh, se il Rosario si recitasse assiduamente e con devozione in tutte le famiglie croate come comune preghiera di ogni giorno, cesserebbero presto tutte le tribolazioni che tormentano oggi molte famiglie. Non esiste una via più rapida verso Gesù, verso Dio, che quella attraverso Maria… Pregate, dunque, spesso secondo tale intenzione, che cioè il Rosario penetri in ogni famiglia croata, come preghiera di famiglia, e avrete modo di vedere i miracoli che tale preghiera compie nel mondo…».

Beato Luigi Stepinac (10 febbraio) – photo web source

Beatificato da Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 3 ottobre 1998 a Marija Bistrica. Il cardinale Stepinac, pastore esemplare, che non ha mai vacillato nella difesa dei più fragili e nel suo attaccamento alla Sede di Pietro, è il più illustre rappresentante di quegli «innumerevoli martiri e confessori, uomini e donne di tutte le età, fioriti in questa terra benedetta!» ha detto Giovanni Paolo II nell’omelia della messa di beatificazione.

Il suo corpo incorrotto del beato Stepinac è conservato e venerato nella cattedrale di Zagabria.

Emiliano Fumaneri

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Emiliano Fumaneri

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