Proclamato Dottore della Chiesa, San Giovanni d’Avila fu un sacerdote che ebbe modo di collaborare con grandi santi del suo tempo, da Ignazio di Loyola a Teresa d’Avila.
San Giovanni d’Avila visse nel cuore del XVI secolo in Spagna. Nacque ad Almodovar del Campo nei pressi di Toledo il 6 gennaio 1499, da una famiglia facoltosa di origine ebraica, ma convertita al cristianesimo. Cresciuto cristianamente, a 14 anni fu mandato a Salamanca a studiare Diritto, ma abbandonò gli studi non sentendosi portato per quella disciplina e trascorse tre anni in solitudine e preghiera.
Arrivò la vocazione al sacerdozio e andò a studiare Arti e Teologia nell’Università di Alcalá de Henaresa. A 25 fu ordinato sacerdote. Si dedicò moltissimo alla predicazione diventando un acceso predicatore. Il suo modo di evangelizzare produceva molte conversioni e per questo gli fu dato il soprannome di “apostolo dell’Andalusia“. Voleva imbarcarsi per terre lontane e andare portare l’evangelizzazione nel Terzo Mondo, ma alcuni religiosi a lui vicini lo fecero desistere dall’idea e lo convinsero a rimanere in Spagna. Alla predicazione affiancava l’approfondimento dello studio di Teologia nel Collegio di San Tommaso.
Per molti anni Giovanni d’Avila operò in Andalusia convertendo persone di ogni età e classe sociale. In questo periodo inizia la sua conoscenza con figure che sarebbero diventati grandi santi. Dopo aver ascoltato la sua omelia per il funerale della regina Isabella di Portogallo, moglie di Carlo V, Francesco Borgia, diventato poi santo, si convertì, lasciò la carica di Viceré di Catalogna e divenne sacerdote gesuita. Anche san Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli, confuso sulla sua vocazione fece grandi progressi spirituali dopo aver ascoltato le sue parole.
Proprio per la sua capacità di fornire giusti consigli e di condurre spiritualmente le anime in modo magistrale i suoi contemporanei lo chiamavano “Padre Maestro”. Fece amicizia con Sant’Ignazio di Loyola ed indirizzò verso di lui una trentina dei suoi allievi. Molto importante fu anche la direzione spirituale che condusse su Santa Teresa d’Avila. Le diede il suo sostegno nell’opera di riforma del Carmelo.
“A lui si rivolsero alla ricerca di aiuto e di orientamento grandi santi e riconosciuti peccatori, sapienti e ignoranti, poveri e ricchi” fu il commento di papa Benedetto XVI quando lo proclamò Dottore della Chiesa nel 2012. Per la formazione cristiana di bambini e giovani San Giovanni d’Avila fondò diversi collegi minori e maggiori, considerati come anticipatori dei seminari tridentini.
Nel 1531 la Santa Inquisizione lo accusò immeritatamente di eresia per l’estremo rigore che caratterizzava i suoi insegnamenti in cui sembrava che escludesse a priori i ricchi dal Regno dei Cieli. Questa accusa gli costò 2 anni di carcere durante i quali iniziò a scrivere il suo capolavoro, Audi, filia.
Furono anni importanti per la sua crescita spirituale in quanto ricevette la grazia di penetrare con maggiore profondità nel mistero d’amore di Dio e nel grande dono fatto all’umanità dal sacrificio salvifico di Gesù. Quello divenne allora il centro della sua vita spirituale e il tema fondamentale della sua predicazione.Poi fu scagionato dalle accuse e continuò la sua predicazione in importanti città come Cordova, Granada e Siviglia.
Si trasferì stabilmente proprio a Cordova e si sviluppò come eminente teologo e grande umanista. Avanzò la proposta per la creazione di un Tribunale Internazionale di arbitrato in modo da evitare le guerre. Si dedicò anche ad inventare e brevettare alcune opere d’ingegneria. La sua vita era improntata ad una grande povertà e quando ormai il suo corpo era minato dalla malattia, nel 1554 si ritirò definitivamente in una semplice casa a Montilla nei pressi di Cordova, esercitando il suo apostolato prevalentemente attraverso la corrispondenza con molte persone.
Morì il 10 maggio 1569 e tra le opere che rimangono di lui oltre ad Audi, filia, et vide ci sono numerose opere di carattere devozionale tra cui l‘Epistolario spirituale tra tutti gli stati . Si tratta di opere che ebbero uno straordinario successo nella seconda metà del XVII secolo non solo in Spagna, ma vennero tradotti e diffusi in tutta Europa.
San Giovanni d’Avila fu beatificato nel 1894 e canonizzato nel 1970. Papa Benedetto XVI che lo proclamò Dottore della Chiesa disse di lui che “seppe penetrare con singolare profondità i misteri della Redenzione operata da Cristo per l’umanità. Uomo di Dio, univa la preghiera costante all’azione apostolica. Si dedicò alla predicazione e all’incremento della pratica dei Sacramenti, concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista di una feconda riforma della Chiesa”. È il patrono dei sacerdoti spagnoli.
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