Vissuto in uno dei periodo più tormentati della storia della Chiesa, San Leone Magno brillò per la sua grandezza di pastore.
Seppe tenere assieme la Chiesa in un mondo che stava crollando sotto la spinta dei barbari.
San Leone è conosciuto soprattutto per un fatto: aver affrontato nel 452 Attila, il capo dei terribili Unni, convincendolo a non marciare su Roma e a ritirarsi dall’Italia.
Nessuno sa cosa si siano detti i due e come abbia fatto Leone a far desistere il re barbaro dei suoi disegni bellicosi. Di certo non deve aver fatto leva sulla possanza delle sue truppe, essendosi presentato all’incontro con Attila presso il Mincio con un pugno di uomini che avrebbero potuto essere agevolmente spazzati via in un batter d’occhio.
I grandi meriti di papa Leone
Ma questo episodio, ancorché di fondamentali importanza, non è l’unico dei meriti di papa Leone, vissuto in uno dei momenti più difficili della storia della Chiesa, schiacciata tra la tenaglia dei barbari a occidente e quella delle eresie e delle dispute teologiche a oriente.
Papa Leone seppe affrontare questa intricata situazione con energia e abilità, riuscendo a consolidare il primato papale su tutta la cristianità. Fu in grado di impedire abusi di potere, limitando le ambizioni del patriarca di Costantinopoli e di altri vescovi desiderosi di primeggiare su tutti.
La lotta contro le eresie
Non è noto se Leone alla nascita fosse di origine romana o toscana. Si sa che nacque alla fine del IV secolo e che fu arcidiacono sotto Sisto III. Mentre era impegnato in una missione diplomatica in Gallia, gli arrivò la notizia del morte del papa e che lui era stato designato come suo successore. Appena rimesso piede a Roma, dovette subito avere a che fare con gli eretici manichei che infestavano Roma e si tuonò contro un gruppo di priscilliani spagnoli. Ma l’eresia più ostica per Leone fu quella monofisita, predicata in oriente da Eutiche che sosteneva che in Cristo sussistesse soltanto la natura divina.
Contro Eutiche e i suoi seguaci Leone convocherà un concilio a Efeso nel 449 per ribadire l’ortodossia cattolica: ossia che nell’unica persona di Cristo sussistono non una, ma due nature integre e complete: la natura divina e quella umana.
Il concilio vide però prevalere i monofisiti: i delegati del papa furono insultati e minacciati e la posizione di Leone respinta. La rivincita si consumerà due anni più tardi, grazie al nuovo concilio convocato dal papa a Calcedonia. La dottrina di Eutiche verrà condannata portando al massimo prestigio il vescovo di Roma in oriente.
Papa nel pieno della decadenza di Roma
La situazione però in occidente era sempre più critica, con un impero romano in piena decadenza e ormai incapace di arginare l’avanzata irresistibile dei barbari. Toccherà a Leone cercare di farlo, con l’episodio ricordato all’inizio. Gli andrà meno bene con con Genserico, il re dei vandali che nel 455 entra a Roma e la saccheggia. Leone – che muore sei anni dopo, nel 461 – lo implora però di risparmiare il bagno di sangue e di appiccare le fiamme agli edifici, e trova ascolto.
La grandezza di Leone traspare anche dalla quotidianità, dalla sua fedeltà al suo ministero come pastore. Stanno a dimostrarlo le 173 lettere e i 96 suoi sermoni che ci sono pervenuti. Scritti dai quali emerge tutta la solidità dottrinale, il calore umano e l’entusiasmo di papa Leone. E insieme a loro la sua viva sollecitudine per il bene spirituale del gregge a lui affidato. Ai fedeli si sforza più che può di parlare in maniera accessibile, cercando di tradurre in formule chiare e semplici la dottrina cattolica. Per questo e per altri meriti
Leone è stato anche il primo papa a potersi fregiare del titolo di «Magno», cioè «grande».
Preghiera a San Leone Magno
O glorioso nostro protettore eletto a essere strumento di bontà volgi benigno lo sguardo ai devoti che implorano la tua santa intercessione. Ti supplichiamo di avere pietà di noi e di ottenerci da Dio le grazie che meglio rispondono al bene spirituale dell’anima nostra. Tu che hai predicato l’unità e la comune dignità di noi cristiani concedici che diventiamo “pietre vive” che edificano la Chiesa di Dio. Amen.