San Damaso, papa, contrastò gli scismi e le eresie del suo tempo, diede onore ai sepolcri dei martiri e fece tradurre la Bibbia in latino.
Nel IV secolo si colloca la figura di questo grande papa della Chiesa che la guida lasciando un segno profondo.
Di origine spagnola, nacque intorno al 304 figlio di uno scrivano che morì quando lui era in tenera età. La madre invece visse a lungo consacrandosi a Dio nella vedovanza. Visse a Roma fin dalla giovinezza e quando il papa Liberio morì si scatenò una lotta per la successione.
Era il 366 e Damaso, che era diacono fu eletto vescovo di Roma in contrapposizione ad Ursino che aveva messo in atto uno scisma. Diventato papa Damaso esercitò il suo ruolo in modo energico cercando di contrastare i problemi dell’epoca.
A minacciare la Chiesa c’erano le eresie di Ano e di Apollinare. Per affermare pienamente la retta fede indisse due concili, uno nel 377 e un altro poco dopo. Il suo pontificato durò per vent’anni e durante questo tempo compì altre azioni che rimangono storiche.
Il recupero delle catacombe e la traduzione della Sacra Scrittura
Tra le opere che Damaso ebbe modo di compiere e di cui resta traccia tuttora c’è il recupero delle catacombe in cui si trovavano i sepolcri dei cristiani martiri. Fece fare lavori di consolidamento e di ampliamento e tracciò un catalogo con epigrafi poetiche per non dimenticare i santi del passato.
Sono molti i Carmina che scrisse personalmente per tracciare la storia di martiri dei secoli precedenti al suo.
Il suo intento era di rendere omaggio a chi aveva dato la vita per amore di Dio e dimostrare l’unità della Chiesa. Ordinò la costruzione della basilica cimiteriale lungo la via Appia, dove poi fu sepolto lui stesso.
Morì l’11 dicembre 384, all’età doi circa 80 anni, e l’idea di essere sepolto lì era stata proprio la sua: la sua volontà fu espressa in un epitaffio che recitava “Qui, confesso, io Damaso pensai di deporre le mie spoglie, ma ebbi timore di profanare le ceneri sante dei Beati“.
Un’altra opera di notevole importanza fu l’idea di tradurre in latino le Sacre Scritture. Per far questo incaricò San Girolamo che la eseguì con un lavoro durato molti anni. Introdusse la lingua latina anche per la liturgia.
Inoltre istituì una nuova figura, quella del “defensor ecclesiae Romanae” con l’obiettivo di salvaguardare la sana dottrina e difenderla da ogni attacco. San Girolamo fu per lui un grande collaboratore e lo definì “Virgo Virginis Ecclesiae Doctor”.
Nel 1577 il cardinale Alessandro Farnese fece traslare le spoglie di papa Damaso che furono portate nella basilica di San Lorenzo in Damaso. C’è però una reliquia, una parte del suo cranio, che si trova conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano. Per la sua attività di recupero e valorizzazione delle catacombe è stato definito il protettore degli archeologi.