Già in giovane età Tommaso da Cori, quando era un umile pastore, godeva della fama di santità. Lo chiamavano infatti «il piccolo santo» per la sua innocenza davvero celestiale.
Per lunghi anni porterà le pecore al pascolo assorto in preghiera prima di diventare un pastore di anime, maestro di una generazione di apostoli.
Tommaso nasce a Cori, in diocesi di Velletri (e oggi in provincia di Latina), nel 1655. Rimane prestissimo orfano, a soli quattordici anni, dopo aver prematuramente perso prima la madre e poi il padre dovrà occuparsi delle due sorelle.
Per vivere farà il pastore, ma la sua vera vocazione lo chiama alla preghiera. Così per lunghi anni conduce le pecore al pascolo pregando in maniera così assorta da dimenticarsi quasi del tempo e del luogo in cui si trovava. Tanto che lui, un semplice pastorello, si guadagna l’appellativo di «piccolo santo». Per sistemare le sorelle ormai in età da marito con un onesto matrimonio vende il gregge delle pecore e col guadagno procura loro la dote. Per sé non trattiene nulla perché, una volta sposate le sorelle, segue l’ispirazione custodita da qualche anno nel cuore.
Da lì in avanti infatti non avrebbe avuto bisogno di nulla: diventa frate mendicante e viene accolto nel convento francescano di Orvieto, il cui guardiano già conosce di fama il devoto pastorello di Cori.
Tommaso comincia a studiare con dedizione a Viterbo e a Velletri. Diventa sacerdote nel 1683 e poco dopo va a fare il maestro dei novizi a Orvieto. Lui però si sente chiamato alla vita contemplativa: chiede perciò il trasferimento al convento francescano di Civitella, adesso Bellegra, dove i religiosi della provincia romana trascorrono i loro ritiri.
«Sono fra Tommaso da Cori e sono qui per farmi santo», dice all’entrata in convento. A Civitella si può dire infatti che la sua esistenza si trasformi in un continuo esercizio spirituale, serissimo e rigoroso, al punto da diventare fonte d’esempio e di ammirazione per gli altri frati.
Più volte guardiano del convento, quando ricopre questa carica si occupa di fare l’elemosina ai poveri, malgrado l’estrema povertà degli stessi frati, e della doverosa riconoscenza verso i benefattori della comunità, che i frati trascuravano decisamente (dimenticando che soccorso e aiuto non sono privilegi a cui si ha diritto).
Con le parole e i consigli, ma prima di tutto col suo esempio, Tommaso da Cori diventa così il maestro di una intera generazione di apostoli che porteranno nel mondo il fuoco della carità di cui frate Tommaso era un esempio vivente.
Ha anche il dono dei miracoli e più volte durante la Santa Messa gli appare Gesù Bambino. Si spegne a 74 anni, l’11 gennaio 1729, al termine di una giornata passata in confessionale.
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