La Chiesa oggi celebra San Benedetto da Norcia, una delle figure più significative nella storia della fede cristiana.
È considerato il patriarca del monachesimo occidentale. Ma va considerato anche anche uno dei principali artefici dell’Europa, della quale è stato proclamato patrono.
Benedetto nacque intorno al 480 a Norcia, in Umbria, da una famiglia aristocratica, nel pieno della decadenza del potere imperiale di Roma. Dopo l’infanzia viene mandato a Roma in modo da completare la propria formazione. La diffusa corruzione della “città eterna” lo sconvolge, facendo apparire l’Urbe ai suoi occhi come un luogo di estesa perdizione.
Scappa da Roma e, sulla scia del grande Antonio e dei Padri del Deserto, con la nutrice Cirilla si ritira a Enfide, l’odierna Affile, sui monti Simbruini. È qui che il giovane Benedetto compie il suo primo miracolo riparando prodigiosamente il setaccio rotto di Cirilla.
Eremita nella grotta di Subiaco
L’episodio gli procura una certa fama. E probabilmente è per sfuggire alla fama guadagnata con questo miracolo che deve lasciare il villaggio. Segue il corso del fiume Aniene e durante il suo viaggio incontra quello che si può considerare il suo maestro: il monaco Romano, membro di una comunità monastica situata sul vicino monte, il Taleo, dalle parti di Subiaco. Romano aiuta il giovane discepolo a orientarsi verso la vita eremitica, mostrandogli la grotta dove inizia a condurre una vita solitaria.
Nella grotta Benedetto rimane per tre anni, uscendone solo quando, a causa della fama della sua vita di penitenza e preghiera, viene chiamato a sostituire l’abate nel vicino monastero di Vicovaro, morto poco tempo prima.
I monaci però si stancano del rigore di Benedetto e, per quanto incredibile, cercano di sbarazzarsene col veleno. Scampato miracolosamente al tentativo di avvelenamento, Benedetto ritorna alla solitudine della sua grotta.
La nascita della prima comunità benedettina e il trasferimento a Cassino
Ben presto però attorno a lui si raccoglie un piccolo gruppo di giovani postulanti desiderosi di condividere la vita di silenzio e di preghiera. Nasce così la prima comunità benedettina. Più avanti Benedetto si trasferirà a Cassino coi compagni Placido e Mauro.
Sull’acropoli, dove ancora si trovavano dei templi pagani, Benedetto costruisce il primo monastero, modello di tutti gli altri monasteri che saranno costruiti in gran parte del mondo. Appare già la tipica pianta del monastero: un edificio chiuso su quattro lati, simile a una fortezza, ma aperto alla luce che proviene dall’alto alla maniera di un grande recipiente che assorbe dal cielo la linfa vitale con cui nutrire il mondo.
L’abbazia di Montecassino è la perfetta espressione della regola consegnata da Benedetto ai suoi monaci, con una duplice missione: ora et labora, prega e lavora. La preghiera come lavoro e il lavoro fatto come una preghiera. Un binomio espresso anche visivamente dallo stemma benedettino, dove si vede la croce innalzata sull’aratro.
San Benedetto muore nel 547, a 67 anni, dopo aver ricevuto l’Eucarestia e supplicato il Creatore con un’ultima preghiera. Maestro di preghiera e di civiltà, nel 1964 è stato proclamato patrono principale d’Europa da Papa Paolo VI.