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Oggi 11 maggio, Sant’Antimo: opera una conversione inaspettata

Riesce a convertire un “sacerdote pagano” al Cristianesimo, perciò questo santo uomo è costretto a nascondersi in una villa a Roma, ma viene scoperto e condannato a morte.

La Chiesa lo venera insieme ad altri suoi compagni martiri, tutti in questo stesso giorno. La storia di questi martiri è legata agli “Acta Sancti Anthimi”.

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11 maggio: Antimo, martire dopo aver convertito

In questo undicesimo giorno del mese di maggio, la chiesa venera Sant’Antimo. Secondo gli “Acta Sancti Anthimi”, Faltonio Piniano, era stato nominato proconsole in Asia dagli imperatori Diocleziano e Massimiano.

Dopo la morte di un suo consigliere, Cheremone, che su suo incarico ha perseguitato i cristiani, Faltonio è stato colpito da una grave malattia. Anicia, la sua consorte, dopo avere provato alcune terapie tradizionali, chiede aiuto proprio ai cristiani imprigionati. Fra questi vi sono presenti Antimo e i suoi compagni.

La guarigione del proconsole, a sua conversione

Antimo afferma che Faltonio sarebbe guarito solo se si fosse convertito. Così è stato. Ottenuta la guarigione, il proconsole decide di restituire la libertà ai prigionieri e li nasconde nelle sue ville in Sabina e nel Piceno.

Antimo, invece, viene ospitato in una villa al XXII miglio della Via Salaria. Qui continua a praticare attività di proselitismo, convertendo al cristianesimo anche un proselito del dio Silvano e inducendolo a distruggerne un idolo.

Il martirio per decapitazione

Per questo motivo, Antimo viene denunciato al proconsole Prisco, che lo fa gettare nel Tevere con un sasso legato al collo. Ma il sacerdote sopravvive e viene decapitato.

Sant’Antimo è il patrono dell’omonimo comune della città metropolitana di Napoli, dove è presente, anche, il Santuario a lui dedicato.

Preghiera a Sant’Antimo

O spiriti celesti e voi tutti Santi del Paradiso, volgete pietosi lo sguardo sopra di noi, ancora peregrinanti in questa valle di dolore e di miserie.

Voi godete ora la gloria che vi siete meritata seminando nelle lacrime in questa terra di esilio. Dio è adesso il premio delle vostre fatiche, il principio, l’oggetto e il fine dei vostri godimenti. O anime beate, intercedete per noi!

Ottenete a noi tutti di seguire fedelmente le vostre orme, di seguire i vostri esempi di zelo e di amore ardente a Gesù e alle anime, di ricopiare in noi le virtù vostre, affinché diveniamo un giorno partecipi della gloria immortale.

Amen.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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