La Chiesa oggi ricorda un umile frate cappuccino che raccoglieva offerte per i più poveri e che divenne celebre per la grande santità e i carismi.
La più bella testimonianza su Sant’Ignazio di Laconi, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, la darà un pastore protestante, il tedesco Giuseppe Fues: «Noi vediamo tutti i giorni mendicare attorno per la città un santo vivente, il quale è un frate laico dei cappuccini e si è acquistato con parecchi miracoli la venerazione dei suoi compatrioti».
Ignazio era nato il 17 dicembre 1701 a Làconi, in provincia di Nuoro, secondo di nove figli di poveri genitori contadini (ma ricchi di fede) in Sardegna. Viene battezzato col nome di Vincenzo e fin da giovane mostra di preferire la chiesa – che lui chiama «la mia casa» – agli svaghi. Fin da allora è solito inginocchiarsi alle porte della chiesa quando la trova chiusa di buon mattino.
Vincenzo non va a scuola e non apprende mai a scrivere: ma va a Messa ogni giorno e presta servizio come chierichetto. A 18 anni, durante una grave malattia, fa voto di diventare frate cappuccino se fosse guarito. Riacquisita la salute, ignora però la promessa. Un incidente a cavallo quando ha 20 lo spinge a rinnovare la promessa, stavolta rispettata.
Così il 3 novembre 1721 si presenta al convento dei frati Cappuccini di Buoncammino a Cagliari. Una settimana dopo si veste con l’abito religioso e assume il nome di fra Ignazio da Làconi.
Per 40 Cagliari assisterà all’apostolato del santo frate cappuccino, malgrado la cecità che lo colpirà negli ultimi due anni. Fra Ignazio spicca per abnegazione e carità al punto da vedersi nominare mendicante ufficiale dei frati di Cagliari. Durante la sua vita istruirà i bambini, visiterà i malati, esorterà i peccatori a pentirsi. Fra Ignazio dedica le sue attenzioni soprattutto ai poveri.
Presto si diffonde la fama delle sue virtù e dei molti miracoli da lui operati, la sua bontà si rivelerà strumento di conversione per numerosi peccatori. Quando nel 1779 diventa cieco, viene dispensato dalla questua ma continua a prendere parte, per sua volontà, alla vita comune dei frati.
Muore a Cagliari l’11 maggio 1781 all’età di 80 anni. Dopo la sua morte non si arrestano i molti miracoli avvenuti grazie alla sua intercessione. Sarà canonizzato da papa Pio XII il 21 ottobre 1951. Malgrado fosse mendicante e illetterato, l’umile frate cappuccino è considerato in Sardegna protettore degli studenti.
O amabile S. Ignazio, dalla gloria celeste, dove insieme agli angeli e ai santi godi la perenne visione di Dio, rivolgi il tuo sguardo pietoso su di me ed ottienimi sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, di proponimento di non offendere più il Signore. Fammi perseverare nel bene fino alla morte, affinché anch’io possa venire un giorno con te a godere il santo paradiso. Così sia. Pater, Ave, Gloria.
Un aspetto caratteristico del cammino di San Giovanni Paolo II è legato alla sua passione…
“Rendimi degno di te”. Con la preghiera della sera di oggi chiediamo alla Santissima Trinità…
Papa Francesco durante l'Udienza generale del mercoledì ha annunciato la tanto attesa data di canonizzazione…
Una testimonianza forte e commovente che ci aiuta a comprendere che facciamo tutti parte di…
La devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, si diffonde grazie a Santa…
Celebriamo in questa domenica, 24 novembre 2024, la grande festa di Cristo Re dell’Universo dietro…