È ancora un catecumeno, quando Gesù gli si presenta davanti, con le sembianze di un povero che ha bisogno di un mantello. Da lì, la scelta di lasciare le armi e seguire la strada che Cristo ha per lui tracciato.
Era un pagano, ma un avvenimento particolare che ha completamente stravolto la sua vita e ciò accade durante il servizio militare.
In questo undicesimo giorno del mese di novembre, la chiesa venera San Martino di Tours. E’ nato in Ungheria. Il padre, tribuno militare della legione, gli da il nome di Martino in onore di Marte, dio della guerra.
Nel 331 un editto imperiale obbliga tutti i figli di veterani ad arruolarsi nell’esercito romano, e così, anche Martino si arruola. Il suo compito è la ronda di notte e l’ispezione dei posti di guardia, nonché la sorveglianza notturna delle guarnigioni.
Durante una di queste ronde avviene l’episodio che gli cambia la vita. Nel rigido inverno del 335 Martino incontra un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, taglia in due il suo mantello militare e lo condivide con il mendicante.
La notte seguente vede in sogno Gesù rivestito della metà del suo mantello militare. Ascolta, poi, Gesù dire ai suoi angeli: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito“. Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro.
Il sogno ha un tale impatto su Martino, che egli, già catecumeno, viene battezzato la Pasqua seguente e diviene cristiano. Nel 371 i cittadini di Tours lo vogliono loro vescovo. Martino muore l’8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove si era recato per mettere pace tra il clero locale.
La sua morte, avviene in fama di santità anche grazie ai miracoli attribuitigli, sono stati l’inizio di un culto nel quale la generosità del cavaliere, la rinunzia ascetica e l’attività missionaria erano associate.
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O glorioso s. Martino,
che interamente consacrato all’acquisto della perfezione evangelica,
pur in mezzo alle occasioni di peccato
dell’esercizio delle armi mettesti in pratica quegli atti di pietà e di penitenza
che ti erano diventati familiari nella solitudine
in cui ti rifugiasti spontaneamente fin dall’età di dodici anni,
quindi rifiutasti con generosità le distinzioni e
gli onori di questo secolo per assicurarti i beni duraturi ed immancabili del paradiso,
ottieni per noi tutti la grazia di conservarci
sempre senza macchia fra le seduzioni del mondo corrotto e seduttore
e di non attendere mai ad altro che ad assicurarci
con le buone opere la nostra salvezza eterna.
Gloria.
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