Molto popolare e venerato con tradizioni legate all’autunno, San Martino di Tours fu un militare convertito e poi vescovo.
La storia di San Martino ha al centro una profonda conversione che trasforma la sua vita. Eventi prodigiosi accompagnano i momenti salienti del suo cambiamento.
Nacque in quella che allora era chiamata Pannonia, oggi Ungheria, nel 316 circa ma viene cresciuto a Pavia. Era figlio di un ufficiale dell’esercito romano e viene chiamato Martino proprio in onore al dio della guerra, Marte. Da giovane intraprende anche lui la carriera militare e diventa un soldato della guardia imperiale.
Si racconta che fin da bambino è attratto dal cristianesimo e si reca nelle prime chiese cristiane di nascosto dai genitori, pagani. È affascinato dall’ascolto del Vangelo. Più tardi, da giovane militare, durante un’impresa in Gallia avviene un evento che è considerato il momento che segna la sua conversione.
Il gesto di carità del mantello diviso
Mentre è in sella al suo cavallo in una fredda e innevata giornata d’inverno Martino vede un vecchio povero vestito di stracci che patisce il rigore del freddo.
Nel suo cuore sorge d’impeto un gesto di grande carità: si toglie il mantello e con la spada lo divide in due per darne una parte al povero. La narrazione racchiude anche un evento prodigioso: in quel momento sarebbe uscito il sole. Da qui nella tradizione popolare nasce l’espressione “estate di San Martino” che indica il periodo attorno al giorno della sua memoria liturgica, in cui le temperature solitamente si alzano un pò.
Ma c’è di più nell’episodio del mantello diviso. Quella notte Martino sogna Gesù avvolto nella metà di mantello che aveva donato al povero. È ilmomento della svolta nella sua vita: abbraccia completamente la fede cristiana.
Da soldato a monaco
Successivamente si fa battezzare e lascia la carriera militare per servire Dio. Diventa monaco e nel 360 fa erigere un monastero a Ligugè dove conduce una vita di preghiera.
Alcuni anni dopo, nel 372, viene nominato vescovo di Tours e inizia questa attività pastorale per cui non si risparmia. Viaggiando a piedi o su di un mulo va in giro a visitare i villaggi e ad evangelizzare.
Si impegna per trovare una pacificazione con gli ariani e pur da vescovo rimane fedele alla sua vocazione monastica continuando a vivere in un monastero che lui stesso aveva fondato nella cittadina francese.
Sono molte le guarigioni che avvengono per sua intercessione e le conversioni attraverso il contatto con lui e la sua predicazione. Per questo si sparge la fama di santità di questo cavaliere convertito.
Muore anziano, a 82 anni l’8 novembre 397 a Candes, sdraiato sulla cenere, dopo aver invocato il Signore chiedendogli :”Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non mi rifiuto di soffrire. Altrimenti, venga la morte”.
Il suo culto si estende dalla Francia a tutta Europa. Solo in terra francese gli sono state dedicate quattromila chiese. Nel mondo contadino per secoli la venerazione di San Martino è stata forte ed è stata espressa con molti usi e costumi legati al cibo e ai prodotti della terra. Inoltre, in Italia è patrono dell’Arma di Fanteria dell’Esercito.