San Zeno, vescovo di Verona ma di origine africana, difenderà la fede cristiana dalle insidie dell’arianesimo.
Grazie alla sua vita esemplare e alla sua formazione sarà un grande pescatore di uomini, come esorta Gesù nel Vangelo. Ma anche con altri generi di pesca il santo vescovo era in grado di cavarsela senza problemi.
Zeno o Zenone è il santo vescovo di Verona. A lui i concittadini della città scaligera hanno dedicato una bellissima chiesa abbaziale: la chiesa di San Zeno Maggiore (o chiesa di San Zenone), considerata la più bella chiesa italiana dell’epoca romanica.
Tra le prima città italiane che si videro invadere dai barbari di provenienza nordica ci fu proprio Verona, antichissima e nobile città ubicata all’imbocco della valle dell’Adige. Al tempo del vescovo Zeno in città ce n’erano tantissimi. E quasi tutti i barbari professavano la fede ariana, nemica giurata del cattolicesimo.
Al settarismo intransigente del ariani San Zeno rispose non con un settarismo uguale e contrario ma con tutta la forza della sua pacata eloquenza, che poteva avvalersi non solo di una grande erudizione ma soprattutto si fondava sull’esempio di una vita integra, tutta al servizio di Dio e dei fratelli.
Una lezione che furono in molti a capire molto bene. Tanto che si risolsero ad abbandonare l’eresia ariana o il paganesimo, che allora poteva contare sul sostegno dell’imperatore Giuliano, abbracciando e vivendo la fede cristiana.
La vita di San Zeno si perde in gran parte nella leggenda. Si sa che nacque in Africa e visse intorno al IV secolo. Non è ben chiaro come e quando, dalle sabbiose dune della Mauritania dove aveva visto la luce, sia giunto in riva all’Adige, mosso a ciò dalla sua vocazione apostolica.
Reggerà la città di Verona per una decina d’anni circa, dal 362 fino alla morte avvenuta tra il 371 e il 372. Il santo vescovo darà anche l’esempio di una vita umile e povera, fatta di austerità. Si tramanda che per procurarsi il suo frugale pasto fosse solito pescare da sé il pesce nell’Adige (allora ci si arrangiava un po’ come si poteva… ). Per questo motivo è anche considerato il patrono dei pescatori d’acqua dolce. Non a caso nelle opere d’arte, fin da quelle più antiche, San Zeno viene rappresentato con un pesce in mano.
Oltre che con la pesca, da uomo colto e erudito qual era Zeno se la cavava molto bene anche con la parola essendosi formato alla scuola retorica africana. Del santo vescovo ci sono pervenuti infatti 16 sermoni lunghi e 77 brevi, dei quali possiamo apprezzare la ricchezza di dottrina e di fede. E grazie ai quali possiamo ben dire che San Zeno fu anche un grande pescatore di uomini, secondo la parola rivolta dal Salvatore agli Apostoli, da lui invitati a predicare il Vangelo in tutto il mondo.
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