E’ uno dei Santi vissuti come eremiti fra le colline del Sud Italia nei primi tempi in cui il Cristianesimo inizia a diffondersi anche in Italia. Si narra che sia apparso in sogno a Sant’Antonio Abate.
La storia e la devozione di questo Santo si basa su di una leggenda. Sant’Antonio, nella sua visione, lo racconta come un vecchio calvo e dal volto rugoso
In questo dodicesimo giorno del mese di novembre, la chiesa venera San Renato. Vescovo della Diocesi di Sorrento, è stato uno degli eremiti vissuti sulle colline di Sorrento nei primi tempi del Cristianesimo.
La prima cattedrale, dove riposavano le reliquie, era proprio il suo romitorio. Successivamente le reliquie sono state trasportate nella cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo, dove ancora oggi si trovano.
I conquistatori angioini in Campania vengono a conoscenza della devozione del Santo locale, Renato di Sorrento e lo associano al loro santo omonimo, Renato di Angers.
Dal momento che i due santi sembrano essere contemporanei e sono accomunati da un aspetto simile (un uomo calvo, vecchio, con una lunga barba), si forma un unico culto, spiegato con la leggenda del vescovo di Angers giunto in età avanzata a Sorrento e divenuto il nuovo Vescovo della città campana.
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O voi tutti che regnate con Dio nel cielo, dai seggi gloriosi della vostra beatitudine,
volgete uno sguardo pietoso sopra di noi, esuli dalla celeste patria.
Voi raccoglieste l’ampia messe delle buone opere,
che andaste seminando con lagrime in questa terra di esilio.
Dio è adesso il premio delle vostre fatiche e l’oggetto dei vostri gaudii.
O beati del cielo, ottenete a noi di camminare dietro i vostri esempi
e di ricopiare in noi stessi le vostre virtù, affinchè, imitando voi in terra,
diventiamo con voi partecipi della gloria in cielo. Così sia.
Pater, Ave, Gloria
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