È tra le sante più popolari e venerate da sempre. Viene associata alla luce per un motivo ben preciso e sono tante le tradizioni in suo onore.
Tra le figure più care alla pietà cristiana, Santa Lucia, che si commemora oggi 13 dicembre, è sempre stata un esempio per i fedeli in cammino verso Dio e al tempo stesso fonte di ispirazione per artisti e letterati.
Martire del III secolo, patì le torture e la morte sotto la persecuzione dell’imperatore Diocleziano. È considerata la protettrice della vista, degli occhi e degli oculisti. Questo non deriva dalla sua storia né dal suo martirio, se non per un racconto avvolto nella leggenda, ma per il suo nome.
Il legame con la luce viene anche dal fatto che il suo dies natalis, ovvero il gionro in cui fu martirizzata, il 13 dicembre, sotto il profilo metereologico è il giorno più breve che c’è, quello in cui il sole sorge dopo e tramonta prima. Se le ore di luce sono meno, tanto grande è la luce di Cristo di cui santa Lucia è stata testimone.
Santo di oggi 13 dicembre: Santa Lucia
La luce a cui è associata santa Lucia è poi quella di Gesù. Dal momento che la sua memoria liturgica cade solo 12 giorni prima del Natale, simbolicamente la sua figura è vista come una preparazione alla luce più abbagliante di Cristo.
Lucia nacque intorno al 283 a Siracusa, dove anche morì, nel 304. Era di nobile famiglia, perse il padre in tenera età e crescendo si prese cura della madre Eutichia che era malata. Si narra di un pellegrinaggio che fece presso le reliquie di Sant’Agata per chiedere la grazia della guarigione della madre.
Quel viaggio segnò completamente la sua vita. Mentre pregava la santa, anch’ella siciliana, Lucia si addormentò e nel sogno vide sant’Agata. Questa le disse che la madre sarebbe guarita e le predisse che lei sarebbe un giorno diventata la patrona di Siracusa.
Dopo quella visione Lucia prese la decisione di dedicare la propria vita interamente a Cristo. Per questo subì le ire del futuro sposo, a cui era stata promessa fin da bambina. Il ragazzo non voleva rassegnarsi a perderla e per vendicare l’offesa di esser stato rifiutato la denunciò in quanto cristiana.
La persecuzione e il martirio
La giovane santa dovette sottostare al processo del prefetto Pascanio e ai tentativi, come era uso da parte dei persecutori, di condurla all’abiura. Le minacce erano pesanti, ma lei non tentennò nemmeno per un istante e non rinnegò la fede in Cristo.
Accettò la sorte che le si poneva davanti, quella del martirio, con fede e fermezza. Dichiarò infatti: “Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa“.
Si racconta di diverse torture alle quali fu sottoposta uscendone integra. La tradizione narra anche di vari prodigi come quando il suo corpo divenne inspiegabilmente pesante e ai torturatori fu impedito così di portarla in un postribolo.
Infine le fu tagliata la gola. Aveva circa 21 anni e si dice che morì solo dopo aver ricevuto la Comunione. Prima di morire avrebbe profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Gli atti del martirio sono stati ritrovati in due redazione: una in lingua greca, riconducibile al V secolo el’altra, in latino, risalente al V-VI secolo, traduzione della precedente.
Secondo i racconti diventati popolari e l’iconografia che la raffigura, a santa Lucia sarebbero stati strappati gli occhi, ma negli atti del martirio questo particolare non c’è. Il riferimento agli occhi e la storia di questo episodio sarebbero da ricondursi alla simbologia della luce con cui viene identificata.
Il culto in tutto il mondo
Il culto a santa Lucia è sempre stato molto forte e lo è tuttora. In Sicilia, la sua terra, è patrona di Siracusa e grandemente festeggiata. Subito dopo che il suo corpo fu deposto nelle catacombe la sua tomba divenne meta di pellegrinaggi e fioccarono i miracoli.
La devozione a santa Lucia si è poi estesa nel corso dei secoli in tutta Italia e in tutta Europa. Nei tempi moderni in diverse città del Nord Italia santa Lucia è considerata colei che porta i doni ai bambini in groppa ad un asinello durante la notte che precede il giorno della sua festa.
Nel Nord Europa si organizzano processioni e cerimonie in cui viene scelta una ragazza per rappresentarla e insieme ad altre, tutte vestite con una tunica bianca e un nastro rosso, simbolo del martirio, camminano portando una corona di candele in testa, segno della luce di cui è testimone la santa.