Abate e vescovo irlandese, san Lorenzo O’Toole, che si ricorda oggi 14 novembre, ebbe una vita avventurosa, e dopo un’aggressione chiese la grazia per colui che lo aveva attaccato.
San Lorenzo O’Toole, abate e vescovo irlandese, la cui memoria liturgica è oggi 14 novembre, è il patrono di Dublino. È ricordato come mediatore e operatore di pace, ma anche pomotore della più stretta osservanza della disciplina della Chiesa.
Nacque nella contea del Kildare da una nobile famiglia nel 1128. Da ragazzino, all’età di 10 anni ci fu un saccheggio nel villaggio in cui viveca e fu rapito e fatto prigioniero. Rimase in prigione per 2 anni e subì molte torture.
Poi, ebbe la sua formazione presso l’abbazia di Glendalough e vi entrà nel 1140. Poi nel 1154 ne divenne abate, all’età di 25 anni. Contribuí anche alla fondazione dell’abbazia di Baltinglass per i Cistercensi e di una casa per i Canonici Agostiniani a Ferns.
Santo del 14 novembre: San Lorenzo O’Toole
Quando nel 1162 fu nomanto vescovo di Dublino intraprese un’intensa attività di riforma con varie iniziative che si rivelarono efficaci e innovative. Volle imporre la vita comune del clero perchè riteneva fosse più produttiva e fornì una nuova regola ai canonici del capitolo cattedrale.
Cercò di sedare i conflitti tra gli irlandesi e gli invasori anglo-normanni ponendosi come mediatore e operatore di pace. Accettò la accettò la bolla Laudabiliter con la quale papa Adriano IV concedeva al re Enrico II la sovranità sull’Irlanda.
Intervenne al III Sinodo Lateranense nel 1173 insieme agli altri vescovi irlandesi e fu nominato dal pontefice come ambasciatore per andare in Inghilterra ad incontrare il re. Non fu un’esperienza semplice: questi prima lo fece rinchiudere in una cella del palazzo reale e successivamente lo mandò in esilio in Normandia.
San Lorenzo O’Toole era un uomo di grande fede, attento affinché fosse prestato culto nel modo più degno. La sua preghiera era costante così come era particolarmente attivo nelle opere di carità per i bisognosi.
Salva il suo aggressore e lo perdona
Veniva chiamato “il signore delle campagne” perchè durante una grave carestia non si era risparmiato per aiutare il gregge a lui affidato. Svolse il suo ruolo di vescovo da buon pastore. La sua vita non fu facile: dovette affrontare i banditi e i malviventi che infestavano le colline di Wicklow.
Anche all’interno della Chiesa era ostacolato e attaccato: veniva accusato da coloro che desideravano distruggere la sua reputazione. Non accettavano il suo rigore morale e che contrastasse il lassismo proponendo un ideale di vita spiritualmente elevato, ovvero quello autenticamente cristiano.
Si trovava in visita presso Canterbury quando subì una violenta aggressione. Si era appena recato a pregare sulla tomba di san Tommaso Becket e si accingeva a celebrare la messa quando gli tesero un agguato e fu colpito alla testa.
Sul momento perse conoscenza, ma poi rinvenne e potè anche proseguire celebrando la Messa. Il suo aggressore fu catturato e il re lo condannò a morte. Ma lui non poteva consentire una cosa del genere: supplicò che fosse concessa la grazia al suo aggressore e non venisse giustiziato.
Da parte sua perdonò sinceramente. In seguito, il 14 novembre 1184 mentre si trovava ad Eu, in Normandia morì. Fu sepolto nella cripta della chiesa della Madonna. Quando poco prima di morire gli venne chiesto se avesse fatto testamento rispose: “Dio sa che non possiedo nulla“. Per lui contava solo il bene del popolo che gli era stato affidato.
La sua canonizzazione avvenne nel 1225. In Irlanda la festa di Lorenzo si è sempre celebrata il 14 novembre; ad Eu, invece, vi è anche una festa della traslazione il 10 maggio.
Nella diocesi di Rouen il culto alla sua persona è molto sentito ed è commemorato anche dai Canonici Regolari del Laterano.