San Lorenzo O’Toole è il patrono di Dublino, monaco e vescovo passato alla storia per aver operato per la pace. Ma la sua infanzia è segnata dalla drammatica esperienza della prigionia.
Di nobile famiglia, San Lorenzo O’ Toole nacque nella contea di Kildare, in Irlanda, nel 1128. Durante un saccheggio nel villaggio in cui abitava all’età di 10 anni fu rapito e rimase prigioniero per due anni subendo torture.
Il padre minacciando i suoi aguzzini riuscì a farlo consegnare al vescovo di Glendalough e dopo quell’esperienza maturò in Lorenzo il desiderio di diventare monaco. Per questo rimase sotto le cure del vescovo e in seguito intraprese la vita monacale.
A 25 anni diventò abate di Glendalough e affrontò compiti che esulavano dalle attività del monastero, ma erano improntate alla carità. Durante una grave carestia che aveva colpito la zona aiutò coloro che ne erano vittime e per questo fu chiamato “”il salvatore delle campagne”.
Vescovo magnanimo e operatore di pace
Nel 1161 divenne arcivescovo di Dublino, carica che aveva rifiutato anni prima quando era ancora un giovanissimo monaco proprio perché non aveva l’età adeguata. La sua attiivtà di vescovo iniziò con la riforma del clero diocesano. Come sottolinea il Martirologio Romano nell’enunciare la sua memoria liturgica “nonostante le difficoltà del suo tempo, promosse strenuamente l’osservanza della disciplina della Chiesa“.
Aveva molto a cuore la dignità del culto, pregava incessantemente e si ricorda che era molto dedito al sostegno e all’aiuto fattivo dei poveri. Coinvolto nelle politiche anglo-irlandesi si adoperò molto per cercare di riportare la concordia tra i principi e andò come mediatore in missioni di pace. In particolare si pose come mediatore tra gli invasori anglo – normanni e gli irlandesi.
Nel 1171 riuscì ad ottenere il ravvedimento di quasi tutti i capi irlandesi per ristabilire un clima pacifico e prospero. Successivamente, nel 1172 convocò un sinodo a Cashel nel corso del quale fu accolto il celibato ecclesiastico e la forma inglese del rito romano, chiamato rito di Sarum.
Durante una visita a Canterbury durante la quale aveva pregato sulla tomba di San Tommaso Becket, subì un attentato da parte di un folle che lo colpì alla testa mentre si accingeva a celebrare la messa. Perse conoscenza ma poi si riprese e riuscì a celebrare. In seguito pregò per il suo aggressore che era stato condannato a morte dal re e implorò che venisse graziato.
Morì il 14 novembre 1184 mentre si recava dal re d’Inghilterra Enrico. Fu sepolto nella cripta della chiesa della Madonna ad Eu in Normandia dove terminò la sua vita. Fu canonizzato nel 1225 e la sua memoria liturgica è un giorno di grande festa in Irlanda. Il suo culto è molto forte anche nella diocesi di Rouen ed è commemorato dai Canonici Regolari del Laterano.