La festa dell’Assunzione celebra un evento, culmine di una verità maturata nel corso della storia della Chiesa.
Come ha detto papa Francesco, «guardando a Maria assunta, possiamo dire che l’umiltà è la via che porta in cielo».
Che differenza c’è tra Ascensione e Assunzione? Assunzione deriva dal latino assumere, «prendere cons sé, appropriarsi». L’assunzione di Maria in anima e corpo in Cielo non è una necessità scaturita dalla sua perfezione, ma un dono divino alla Madre di Dio. Non si usa dunque per la Vergine Maria il termine ascensione, dal latino ascendo, che significa salire da sé, in virtù delle proprie forze, in un luogo celeste.
Qual è l’origine dell’Assunzione? A formulare per prima la dottrina dell’Assunzione furono per primi Sant’Epifanio e in particolare San Modesto di Gerusalemme, imitati poi da San Germano di Gerusalemme, da San Giovanni Damasceno e da Sant’Andrea di Creta. In Occidente invece il primo ad affermare l’Assunzione fu San Gregorio di Tours e, molto tempo più tardi, anche San Tommaso d’Aquino e San Bonaventura da Bagnoregio che confermarono questa tesi con la forza della loro profonda dottrina teologica.
Il ruolo fondamentale del sentimento popolare
Ma un ruolo importante fu giocato anche dalla pietà e dalla devozione del popolo fedele. Un esempio eclatante di vox populi (che mai come in questo caso fu anche vox Dei): la voce del popolo che manifesta il suo sensus fidei. Molte nel corso dei secoli furono le petizioni rivolte alla Santa Sede per perorare l’Assunzione di Maria, accompagnate da numerose «crociate di preghiera».
Infine toccherà a Pio XII proclamare il dogma dell’Assunzione pronunciando queste solenni parole: «Per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». (Munificentissimus Deus, 1° aprile 1950)
La questione della morte della Madre di Dio
Tuttavia né Pio XII né il Concilio Vaticano II si pronunciarono sulla questione della morte della Vergine Maria. Ma Giovanni Paolo II nell’udienza del 25 giugno 1997 afferma che sembra legittimo sostenere «che Maria di Nazaret abbia sperimentato nella sua carne il dramma della morte. […] Dal momento che Cristo è morto, sarebbe difficile sostenere il contrario per la Madre».
E ancora: «Coinvolta nell’opera redentrice e associata all’offerta salvatrice di Cristo, Maria ha potuto condividere la sofferenza e la morte in vista della redenzione dell’umanità. […] Si può dire che il passaggio da questa all’altra vita fu per Maria una maturazione della grazia nella gloria, così che mai come in quel caso la morte poté essere concepita come una “dormizione”».
Un termine, quest’ultimo, che rientra appieno nel vocabolario cattolico, anche se usato prevalentemente dalle chiese orientali, per sottolineare la profonda unità della morte della Vergine Maria e della sua ascesa al Cielo. «L’esperienza della morte ha arricchito la persona della Vergine: passando per la comune sorte degli uomini, Ella è in grado di esercitare con più efficacia la sua maternità spirituale verso coloro che giungono all’ora suprema della vita», conclude Giovanni Paolo II.
Mentre Benedetto XVI aggiunge che Maria assunta in cielo «ci ricorda che tutto il nostro essere – spirito, anima e corpo – è destinato alla pienezza della vita; che chi vive e muore nell’amore di Dio e del prossimo sarà trasfigurato ad immagine del corpo glorioso di Cristo risorto; che il Signore abbassa i superbi e innalza gli umili. Questo la Madonna proclama in eterno col mistero della sua Assunzione».