Due Sante e giovani martiri dei primissimi decenni del Cristianesimo. Nobili romane, abbracciano la fede diventando discepole dei Santi Pietro e Paolo. Hanno avuto il privilegio di seppellire i loro corpi.
Si occupano anche delle esequie dei due Apostoli. Quando vengono scoperte da Nerone sono condannate al martirio.
In questo quindicesimo giorno del mese di aprile, la chiesa venera le Sante Anastasia e Basilissa. Sono due nobili matrone romane, divenute assidue fedeli degli apostoli Pietro e Paolo, dai quali avrebbero ricevuto il battesimo. In seguito al martirio dei due apostoli (all’incirca verso l’anno 67), esse si occupano delle esequie e del seppellimento dei loro corpi.
E’ probabilmente questo atto a decretare l’arresto delle due sante, le quali vengono condotte dall’imperatore Nerone e costrette ad abiurare la loro fede. Di fronte al loro rifiuto, vengono sottoposte ai più crudeli supplizi: vengono flagellate selvaggiamente con fruste, scorticate con uncini, e infine gettate nel fuoco.
Per intervento divino, tuttavia, le sante rimasero illese, continuando a proclamare ad alta voce la loro fede.
L’imperatore, adirato, fa tagliare loro la lingua e ordina di decapitarle mediante la spada, supplizio eseguito attorno al 68, quando ormai il regno di Nerone volge al suo termine.
Stando al resoconto del Diario Romano del 1926, i resti delle due sante sarebbero ancora oggi custoditi nella basilica di Santa Maria della Pace a Roma.
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Oh Signore Gesù,
che hai sollevato nella tua Chiesa, per esempio e ammirazione di tutti i tuoi figli,
le sante martiri Basilissa e Anastasia, come modelli di costanza nella fede e della testimonianza del martirio,
con il loro esempio impariamo a lottare costantemente nella nostra vita.
Ti preghiamo, o Signore,
che per mezzo della loro intercessione gloriosa,
meritiamo la grazia di affrontare le miserie della vita
e poter cantare le tue lodi nel cielo eterno.
Amen
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