La storia di Santa Virginia Centurione Bracelli è quella di una donna che fin da giovanissima sceglie di dare tutta se stessa a Dio.
Santa Virginia Centurione Bracelli è la fondatrice dell’Opera di Nostra Signora del Rifugio volta all’assistenza di donne, malati e anziani.
Nasce il 2 aprile 1587 a Genova in una nobile famiglia: è figlia del doge della città ligure Giorgio Centurione e della nobildonna Leila Spinola. La vocazione a consacrarsi al Signore arriva presto, ma è contrastata dalla decisione paterna di darla in matrimonio.
Promessa sposa al nobile Gaspare Bracelli, per obbedienza Virginia accetta il matrimonio che avviene all’età di 15 anni. Il marito è dedito alla vita dissoluta e non sarà un matrimonio felice. L’unica gioia sarà la nascita di due bambine.
Solo cinque anni dopo, quando Virginia ha solo 20 anni, il marito si ammala di tubercolosi e muore. Lei lo assiste e cerca di salvargli l’anima. Il giorno stesso della sua morte fa voto di castità e decide di consacrarsi completamente a Dio.
Rifiuta con fermezza un nuovo matrimonio che il padre vorrebbe imporle e intraprende una vita di servizio per gli altri. Si dedica alla crescita delle due figlie, alla loro educazione e contemporaneamente alle opere di carità.
“Servire Dio nei suoi poveri”, il motto di Santa Virginia
Già nei primi anni fonda l’ Opera delle chiese povere rurali per cui provvedeva donando denaro e beni di prima necessità.
Quando tempo dopo a Genova giunsero profughi in fuga da una parte di Liguria invasa dai franco-piemontesi Virginia diede accoglienza e rifugio. Inizialmente ad una ragazza che pativa il freddo in strada, poi le ragazze aiutate arrivarono ad essere quindici. A tutte offriva ospitalità e cibo.
La sua carità prendeva forma compiuta e più tardi fondò le Ausiliarie delle Signore della Misericordia con un programma strutturato, che aumentò quando qualche anno dopo fondò le Cento Signore della Misericordia.
Fornivano assitenza a domicilio presso le case di indigenti e bisognosi. Lei stessa, denominata “Signora della Misericordia” andava nei quartieri più malfamati, nel Lazzaretto tra i malati. Per tutti voleva una salvezza fisica ma soprattutto morale.
Non erano solo aiuti materiali che dava, ma portava l’annuncio del Vangelo, catechizzava, e pregava con le persone davanti alle edicole mariane della città recitando il Rosario.
L’Opera del Rifugio, il compimento della sua carità
Tutte le sue attività caritative trovarono compimento nella fondazione dell’Opera di Nostra Signora del Rifugio.
Questo avvenne quando una nobildonna amica, Placida Spinola le diede il convento di Monte Calvario con annessa la chiesa. Era il 1630 e Virginia lasciava per sempre la sua casa per trasferirsi insieme con 40 ragazze in quel luogo.
Era un Monastero della Visitazione e lei mise le giovani sotto la protezione di Nostra Signora del Rifugio. Successivamente prese in affitto altre case e poi ne costruì una propria sul colle Carignano, che divenne la casa madre dell’Opera.
Istituì due congregazioni di religiose con voti privati, libere di svolgere il loro apostolato fuori della clausura. Erano le Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario e le Figlie di Nostra Signora del Rifugio al Monte Calvario.
Virginia morì il 15 dicembre 1651 all’età di 64 anni. Le sue spoglie furono consegnate alle figlie che le collocarono nella loro chiesa di Nostra Signora del Rifugio a Bisogno.
Molto tempo dopo nel 1801, quando a seguito delle leggi napoleoniche molti monasteri venivano soppressi, nei lavori di demolizione del luogo in cui era sepolta si scoprì che il suo corpo era incorrotto.
Nonostante le autorità volevano tener nascosta la cosa il popolo gridò al prodigio e ci furono testimonianze di miracoli avvenuti per sua intercessione. Dal 1868 il corpo incorrotto di Virginia Centurione Bracelli si trova nella chiesa nuova della Casa-Madre delle Suore di N. S. del Rifugio in Monte Calvario.
È solo in tempi più recenti che questa donna di grande carità e mistica, con doni di locuzioni interiori, visioni ed estasi vissute per gran parte della sua vita, è salita agli onori degli altari. Nel 1987 è stata beatificata e poi nel 2003 canonizzata da San Giovanni Paolo II.