San Mauro visse nel VI secolo e fu tra i discepoli prediletti di san Benedetto. A sua volta abate, fu protagonista di prodigi come addirittura camminare sulle acque.
Oggi 15 gennaio è la memoria liturgica di san Mauro: è ricordato come l’abate del VI secolo che visse eventi prodigiosi. Ma soprattutto, come colui che insieme a san Placido fu tra i discepoli prediletti del grande san Benedetto da Norcia.
San Mauro nacque a Roma nel 512 da una nobile famiglia: il padre era il senatore e console Eutichio. I genitori erano cristiani perciò da loro ricevette una prima formazione religiosa. Era il tempo in cui c’erano le invasioni barbariche che mettevano a rischio la sicurezza dei cristiani anche nelle scuole.
Per questo motivo il piccolo Mauro, quando aveva all’incirca 12 anni fu mandato nel monastero di san Benedetto a Subiaco e lì ebbe modo di studiare e di approfondire la sua formazione cristiana.
In questo contesto venne a contatto con san Benedetto e ne diventò uno stretto discepolo. Aveva grandi doti e buone capacità e così il santo di Norcia gli affidava importanti compiti da svolgere.
Apprese, dunque, pienamente lo stile benedettino e il pensiero alla base: un ideale di vita attivo e contemplativo sintetizzato nell’Ora et labora.
Le principali notizie su san Mauro si riscontrano nella biografia di san Benedetto così come raccontata nel secondo libro dei Dialoghi di papa san Gregorio Magno. All’inizio di questo scritto sono menzionate come fonti quattro discepoli del santo divenuto patrono d’Europa.
Esiste anche una biografia apocrifa, composta dall’ abate Odone di Glanfeuil, dal titolo la Vita sancti Mauri, e risalente all’ 863 da cui si apprende che san Mauro portò in Francia la regola benedettina e che fondò dei monasteri a pertire dall’anno 543.
San Mauro è ricordato in relazione alla virtù dell’obbedienza. Nell’opera di Gregorio Magno è menzionato in un racconto esplicativo a questo riguardo. San Benedetto dalla sua cella aveva dato ordine a Mauro di andare in soccorso di Placido che era caduto nel lago.
Mauro non esitò un istante e corse immediatamente per andare ad aiutare il confratello e, senza neppure rendersene conto, si addentrò nel lago e prese a camminare sulle acque. Così, in maniera prodigiosa riuscì a raggiungere Placido e lo riportò a riva sano e salvo.
Quando san Benedetto lo venne a sapere interpretò l’accaduto come un prodigio dovuto all’obbedienza che il giovane Mauro aveva manifestato. Per umiltà lui, da parte sua, attribuiva il fatto all’ordine dato da san Benedetto, considerandolo santo.
Placido, il confratello salvato disse al riguardo: “Mentre venivo salvato dall’acqua io vedevo sopra il mio capo il mantello dell’abate e sentivo che era proprio lui stesso che mi tirava fuori“. Si deduce quindi che forse sia stato per merito di entrambi.
In diverse occasioni san Mauro si trovò a dover affrontare il demonio e le sue insidie. Con le sue preghiere riuscì ad intercedere per la liberazione di un confratello vessato quotidianamente dal diabolo che tentava di distrarlo dalle orazioni.
Trascorse gli anni della maturità facendo vita claustrale e morì nel 582 dopo aver svolto il ruolo di abate per molto tempo. Nella zona della Loira, dove viveva l’abate di Glanfeuil poi sorse una località che prese il suo nome, Saint-Maur-sur-Loire, appunto.
Tanti secoli dopo, nel 1618, sempre in Francia si diede vita ad una congregazione benedettina che si rifaceva a san Mauro e di conseguenza chiamava i suoi monaci “Maurini”. Questi monaci si distinsero per la vasta erudizione e diedero un grande contributo alla cultura storica e filologica e allo studio della patristica. Tale congregazione fu poi sciolta nel XVIII secolo.
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