Una spada le avrebbe trafitto l’anima: la Beata Vergine Maria Addolorata soffre con il Figlio ed è esempio di dignità nel dolore.
La memoria liturgica della Madonna con il titolo di Addolorata segue il giorno dell’Esaltazione della Santa Croce e traccia anche così un legame tra la sofferenza della Madre e quella del Figlio.
La ricorrenza è stata introdotta nel calendario romano nel 1814 da Papa Pio VII. Precedentemente c’era la devozione, molto diffusa, dei Sette dolori della Vergine.
Fissati in numero di 7 sono stati identificati vari episodi dolorosi della vita di Maria ovviamente collegati alla vita di Gesù.
Si parte dalla profezia del vecchio Simeone al momento della Presentazione di Gesù al tempio. Il vecchio profeta disse, come scritto in Luca 22,35, che il Bambino sarebbe stato segno di contraddizione per lo svelamento di molti cuori, “e anche a te una spada trafiggerà l’anima“, aggiunse rivolgendosi a Maria.
Ci sono poi l’episodio delle difficoltà per la fuga in Egitto, quello dello spavento preso quando Gesù dodicenne si allontanò da casa per andare a predicare tra i dottori nel tempio.
E poi il dolore nella Passione e morte del Figlio quando Gesù porta la croce verso il Calvario, poi quando viene crocifisso, dopo quando viene deposto dalla Croce e infine posto nel sepolcro.
Dal momento che Maria è in terra la persona più simile a suo Figlio nelle virtù ed è ascesa in cielo e siede a lui vicina nella gloria, così il suo dolore è quello che certamente si può considerare il più vicino a quello di Gesù.
Il culto alla Mater Dolorosa
Alla fine dell’XI secolo si sviluppa anche la devozione ai 5 gaudi e ai 5 dolori di Maria, questi ultimi simboleggiati da 5 spade.
È di quell’epoca il libro di un autore ignoto, Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius, da cui nasce il culto al Pianto della Vergine.
Anche la poesia contribuì al culto con lo Stabat Mater di Jacopone da Todi musicato successivamente.
Nel 1233 l’Ordine dei Servi di Maria, detti i Serviti, approfondirono questa devozione vestendo abiti neri in segno di lutto in memoria della sofferenza della Madre.
Hanno contribuito a propagare il culto con la diffusione della corona dei Sette dolori, una pratica di preghiera, con la Via Matris, una forma di pellegrinaggio processionale.
Nel Venerdì Santo venivano commemorati anche i dolori di Maria ed è poi nel 1692 che viene autorizzata la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria inizialmente fissata per la terza domenica di settembre.
Sarà poi Papa Pio XII nel 1914 a stabilire la data del 15 settembre. L’iconografia è ricca di rappresentazioni della Madonna Addolorata, sia con le spade che la trafiggono, che nella cosiddetta Pietà, che la ritrae nell’atto di raccogliere il corpo del Figlio deposto dalla croce.