La Chiesa oggi, seconda Domenica di Pasqua, celebra la più importante di tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia.
Il Signore Gesù stesso ha accompagnato a questa festa e alla novena di preparazione delle promesse straordinarie.
La seconda Domenica di Pasqua è detta la «Domenica della Divina Misericordia». Un decreto ufficiale del 5 maggio 2000 ha inserito questa festa con di tale qualifica nel Messale Romano e nella Liturgia delle Ore. Una decisione che segue la canonizzazione, avvenuta il 30 aprile 2000, di Suor Maria Faustina Kowalska, morta a Cracovia nel 1938.
A lei, umile cuoca, giardiniera e portinaia delle le Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, Gesù rivolse infatti questa richiesta: «Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Mia Misericordia. Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia incommensurabile Misericordia! L’Anima che in quel giorno si sarà confessata e comunicata, otterrà piena remissione di colpe e castighi. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa».
Le straordinarie promesse di Gesù
La grandezza di una festa come questa trova la sua dimostrazione nelle promesse di Gesù:
«In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene». Una grazia particolare è legata è legata alla Comunione ricevuta oggi in maniera degna: «la remissione totale delle colpe e castighi».
In preparazione alla festa della Divina Misericordia Gesù ha desiderato che ci fosse la novena, a cominciare dal Venerdì Santo, che consiste nella recita della coroncina alla Divina Misericordia. Anche alla recita della novena il Salvatore ha accompagnato la promessa che essa «elargirà grazie di ogni genere».
Misericordia, secondo nome dell’amore
Perché scegliere questo giorno? Perché nel Vangelo di questa Domenica il Risorto mostra le sue piaghe, rivelando la Misericordia della Santissima Trinità. Ecco che parole pronunciò papa Giovanni Paolo II nell’omelia di canonizzazione della suora polacca, sua connazionale: «Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: “Figlia mia, dì che sono l’Amore e la Misericordia in persona”, chiederà Gesù a Suor Faustina (Diario, 374). Questa misericordia Cristo effonde sull’umanità mediante l’invio dello Spirito che, nella Trinità, è la Persona-Amore. E non è forse la misericordia un “secondo nome” dell’amore, colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitudine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono?»
Divina Misericordia, un mistero profetico
San Giovanni Paolo II attribuisce una grande importanza all’annuncio di Misericordia del Padre celeste: «Questo mistero è divenuto veramente un grido profetico rivolto verso il mondo e verso l’Europa. […] Questo è senza dubbio un segno dei tempi – un segno del nostro XX secolo. Il bilancio di questo secolo che tramonta presenta, oltre alle conquiste, che spesso hanno superato quelle delle epoche precedenti, anche una profonda inquietudine e paura circa l’avvenire. Dove, quindi, se non nella divina Misericordia, il Mondo può trovare lo scampo e la luce della speranza?» (dall’omelia per la beatificazione di Suor Faustina).
Un mistero d’amore
Un’importanza ribadita nell’enciclica Dives in Misericordia, dove il papa insiste sul fatto che «la rivelazione e la fede ci insegnano non tanto a meditare in astratto il mistero di Dio come «Padre delle misericordie», ma a ricorrere a questa stessa misericordia nel nome di Cristo e in unione con lui. Cristo non ha forse detto che il nostro Padre, il quale «vede nel segreto», attende, si direbbe, continuamente che noi, richiamandoci a lui in ogni necessità, scrutiamo sempre il suo mistero: il mistero del Padre e del suo amore?» (n. 2).