È il re d’Israele e profeta, dopo la sua conversione porta la vittoria al suo popolo e da lui discenderà il Salvatore del mondo.
La figura di san Davide, re d’Israele, domina la storia dalla prima metà dal X sec. a.C. Il Martirologio Romano, lo ricorda, nel giorno della sua memoria liturgica come “figliio di Iesse il Bletlamita, trovò grazia presso Dio e fu unto con olio santo dal profeta Samuele, perché regnasse sul popolo di Israele“.
La sua storia e le opere che compì sono infatti narrate nei due libri di Samuele. L’incontro con il profeta avvenne mentre Davide stava pascolando il gregge sulla montagna. Accolse la chiamata e fu unto con olio consacrato e benedetto.
Un altro elemento importante della sua vita è narrato dal Martirologio Romano come fatto da mettere in evidenza: “trasportò nella città di Gerusalemme l’Arca dell’Alleanza del Signore e il Signore stesso gli giurò che la sua discendenza sarebbe rimasta in eterno, perché da essa sarebbe nato Gesù Cristo secondo la carne“.
Santo di oggi 16 dicembre: San Davide profeta
Davide era il più giovane dei sette figli di Isai, della tribù di Giuda. Sapeva suonare l’arpa molto bene e cantava in modo eccelso. Per questo fu quindi chiamato alla corte di Saul e divenne scudiere. Con con la bellezza della musica e del canto allontanava la tristezza del re.
Questo aveva molta stima di lui, ma poi temette che per le sue grandi qualità potesse portargli via il regno. Nel periodo in cui Davide si trovava alla corte di Saul era in corso la guerra fra Israeliti e Filistei. Il gigante filisteo Golia, che era alto più di 3 metri, avanzò ponendo una sfida: cercava qualcuno disposto a battersi con lui.
Davide decise di sfidarlo e si avventò su di lui con la la fionda e il bastone. Una pietra colpì in fronte il gigante e così Davide ne uscì vittorioso. Saul per invidia cercava di ucciderlo, ma lui non temeva dicendo: “Chi confida nell’Altissimo vive in sicurezza e nulla teme“.
Tante avventure e la conversione
La sposa MIkal lo aiutò a fuggire dalle grinfie di Saul che cerca di ucciderlo. Così si stabilì per un periodo presso i filistei e poi quando Saul morì prese il suo posto come re d’Israele e di Giudea. Il suo regno durò per 40 anni.
Peccò quando si invaghì di Betsabea, la moglie del suo ufficiale Uria l’Ittita. La donna rimase incinta, lui fece uccidere il marito e la sposò. Venne rimproverato dal profeta Natan per il suo peccato e al tempo stesso gli preannunciò che il bimbo sarebbe morto.
Così avvenne e allora Davide si pentì. Celebre poeta scrisse anche opere letterarie, tra cui il Miserere nel cui esprime il pentimento che lo porta alla conversione. Chiede pietà dicendo: “Abbi pietà di me, Signore secondo la tua misericordia. Con la tua grande clemenza togli i peccati miei lava le mie iniquità. Dal mio peccato mondami, riconosco il mio delitto. Il mio peccato è dinanzi a me“.
E conclude con un’altra celebre frase di quel Salmo: “Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo“.
La dinastia di Davide procede con la nascita di Salomone da Betsabea e arriva fino a Gesù come è specificato nel Vangelo. Quando per lui si avvicinava la morte disse al figlio Salomone “Mio caro, cammina nelle vie del Signore, osserva i suoi comandamenti ed egli ti concederà un felice successo nelle tue imprese“.