Sacerdote missionario, san Giuseppe Allamano era nipote di un altro santo. Si è impegnato per tutta la vita ad evangelizzare e ha fondato un ordine religioso.
![San Giuseppe Allamano](https://www.lalucedimaria.it/wp-content/uploads/2025/02/san-giuseppe-allamano-lalucedimaria.it-20250216.jpg)
Canonizzato da pochi mesi, è la prima volta che, oggi 16 febbraio, si festeggia la memoria liturgica, di San Giuseppe Allamano. Sacerdote Fondatore dell’Istituto delle Missioni della Consolata, è nato il 21 gennaio a Castelnuovo don Bosco in Piemonte.
Sua madre era Maria Anna Cafasso, sorella minore di San Giuseppe Cafasso. Fin dall’infanzia lui ha potuto avere come figura di riferimento questo santo che ha contribuito alla sua formazione religiosa.
Dopo aver concluso le scuole elementari nel paese natale, entra all’Oratorio salesiano di Valdocco (Torino) per completare gli studi ginnasiali. Bravo a scuola, che termina in quattro anni, ha come direttore spirituale un altro grande santo, san Giovanni Bosco.
Santo di oggi 16 febbraio: San Giuseppe Allamano
A 22 anni, il 20 settembre 1873, diventa sacerdote a Torino. Trascorre prima alcuni mesi di lavoro pastorale a Passerano d’Asti, parrocchia retta da un altro suo zio sacerdote. Poi fa l’assistente al seminario diocesano e a soli 25 anni, riveste il ruolo di Direttore Spirituale dei chierici.
Quando nel 1880 l’Arcivescovo di Torino cerca un Rettore per il Santuario della Consolata, mentre nessun altro sacerdote vuole ricoprire quell’incarico a causa di varie difficoltà di ordine pratico, Giuseppe Allamano accetta. Lo fa per obbedienza, nonostante si tratti di un compito gravoso.
In quel luogo rimarrà per tutto il resto della sua vita, ben 46 anni. Con tutte le sue energie si adopera attivamente a trasformare quel posto che diventerà un centro spirituale per tutta la città. Sono tante le attività che mette in campo.
Oltre alla cura della normale vita sacramentale, offre pellegrinaggi, si occupa di mettere in atto ampliamenti e restauri per rendere il luogo migliore sotto tutti gli aspetti.
La forte vocazione missionaria
Fin da subito Giuseppe Allamano manifesta una forte vocazione missionaria, che considera una parte essenziale e naturale del ministero del sacerdozio. Diceva infatti “Ogni sacerdote è missionario di natura sua; la vocazione ecclesiastica e quella missionaria non si distinguono essenzialmente; non si richiede che un grande amore per Dio, e zelo per le anime“.
E così che vive il suo sacerdozio interessandosi a tanti problemi concreti della gente. Si prende a cuore le problematiche sociali che riguardano gli operai, si adopera per dar vita ad una stampa cattolica. Non trascura la formazione spirituale e cerca di migliorare l’Opera degli Esercizi spirituali per il clero e per i laici presso il Santuario di Sant’Ignazio a Lanzo in provincia di Torino.
Ad aiutarlo c’è il teologo Giacomo Camisassa che per tutta la vita sarà il suo più stretto collaboratore. Ha l’ispirazione di radunare insieme tutti i sacerdoti del Piemonte e nel 1901, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte del suo vescovo fonda l’ Istituto dei Missionari della Consolata.
L’evangelizzazione nel mondo
L’opera evangelizzatrice di questi sacerdoti si esplica in varie parti del mondo. Già nel 1902 un gruppo di loro parte per il Kenya. San Giuseppe Allamano sente che quest’urgenza missionaria deve riguardare anche le donne e nel 1910 fonda il ramo femminile dell’Istituto, le Suore Missionarie della Consolata.
Pur rimanendo fermo a Torino a svolgere il ruolo di Rettore del Santuario della Consolata segue tutte le attività oltre confine. Nel 1925 assiste alla beatificazione dello zio, san Giuseppe Cafasso.
La sua salute, già malferma, peggiora, e l’anno successivo, il 16 febbraio 1926 muore. Le sue spoglie riposano nella casa madre dei Missionari della Consolata, a Torino. La beatificazione avviene nel 1990 e la canonizzazione il 20 ottobre scorso insieme ad altri 13 santi.
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