San Giuseppe Moscati, il santo medico per eccellenza che consumò ogni fibra della sua esistenza per amore dei suoi pazienti.
Così accumulò non soltanto un curriculum medico, ma soprattutto un curriculum da santo.
Giuseppe Moscati nasce a Benevento il 25 luglio 1880: è il settimo dei nove figli del magistrato Francesco Moscati e di Rosa De Luca, dei marchesi di Roseto. Il piccolo Giuseppe segue i trasferimenti di papà ad Ancona e infine a Napoli. Nella città del Vesuvio si laurea a pieni voti in medicina nel 1903.
Va a lavorare prima negli Ospedali Riuniti, poi all’ospedale di Santa Maria del Popolo, detto degli “Incurabili”, di cui diventa primario nel 1911. Col tempo il dottor Moscati accumula incarichi di responsabilità: cura dei malati, direttore della ricerca, professore universitario.
Medico e santo
Al ricco curriculum medico Giuseppe Moscati cerca di abbinare un curriculum da santo. Medico e santo al tempo stesso, non passa giornata, sempre fitta di impegni, senza alimentarsi dell’Eucarestia. Da qui trae linfa e ordine il suo impegno come medico.
Ben presto diventa famoso per le sue diagnosi fulminee e precisissime, ma lui si sente solo uno strumento usato da Dio per aiutare e portare sollievo ai sofferenti. Quando va a visitare i malati a domicilio, l’onorario è regolato da un cestino con una scritta: «Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda». Se il paziente è povero e lontano, è lo stesso Moscati che si incarica di portargli anche del denaro.
Consumato dall’amore per i malati
Il ritmo intenso del suo impegno di medico, sempre unito all’apostolato, consuma presto la sua esistenza: il santo medico muore infatti a soli 47 anni, colpito da un infarto alla fine di una lunga giornata passata a visitare i pazienti.
Papa Giovanni Paolo II, che lo proclama santo il 25 ottobre 1987, fornisce questo ritratto di Giuseppe Moscati: «Giuseppe Moscati, medico primario ospedaliero, insigne ricercatore, docente universitario di fisiologia umana e di chimica fisiologica, visse i suoi molteplici compiti con tutto l’impegno e la serietà che l’esercizio di queste delicate professioni laicali richiede. Da questo punto di vista il Moscati costituisce un esempio non soltanto da ammirare, ma da imitare, soprattutto da parte degli operatori sanitari […] “Ricordatevi – egli scriveva a un giovane dottore, suo alunno – che non solo del corpo vi dovete occupare, ma delle anime con il consiglio, e scendendo allo spirito, anziché con le fredde prescrizioni da inviare al farmacista”. […]
Veramente, ogni aspetto della vita di questo laico medico ci appare animato da quella nota che è la più tipica del cristianesimo: l’amore, che Cristo ha lasciato ai suoi seguaci come il suo “comandamento”. Di questa sua personale esperienza del valore centrale del cristianesimo egli ha lasciato numerose tracce nei suoi scritti. Sono parole che a noi, oggi, suonano quasi come un testamento: “Non la scienza, ma la carità ha trasformato il mondo, egli osservava; solo pochissimi uomini sono passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, una metamorfosi per un più alto ascenso, se si dedicheranno al bene”».
Preghiera a San Giuseppe Moscati
O San Giuseppe Moscati, medico e scienziato insigne, che nell’esercizio della professione curavi il corpo e lo spirito dei tuoi pazienti, guarda anche noi che ora ricorriamo con fede alla tua intercessione. Donaci sanità fisica e spirituale, intercedendo per noi presso il Signore. Allevia le pene di chi soffre, dai conforto ai malati, consolazione agli afflitti, speranza agli sfiduciati. I giovani trovino in te un modello, i lavoratori un esempio, gli anziani un conforto, i moribondi la speranza del premio eterno. Sii per tutti noi guida sicura di laboriosità, onestà e carità, affinché adempiamo cristianamente i nostri doveri, e diamo gloria a Dio nostro Padre. Amen.